Quarta domenica di Avvento

Sintesi liturgica.  IVª Domenica di Avvento. In piena guerra siro-efraimita Jahwè invitando il re Acaz ad avere fiducia solo in Lui, mettendo da parte re e dei stranieri, tramite Isaia gli dà un segno concreto: da una giovane donna nascerà l’Emmanuele, il Dio con noi. La profezia viene confermata dall’angelo del Signore nel sogno a Giuseppe per assicurarlo che quello che è avvenuto in Maria, la sua promessa sposa, è opera dello Spirito santo ed è il compimento storico di quanto promesso da Dio. Dovrà prenderla con sé e toccherà a Lui dare al bimbo che nascerà il nome Gesù, che significa salvatore. E’ nato dal seme di Davide secondo la carne e costituito da Dio suo Figlio secondo la potenza dello Spirito. Da Lui si riceve la grazia di essere apostoli e diffusori della fede tra tutte le genti. P. Angelo Sardone

Il significato della Novena di Natale

«Li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia» (Is 56,7). Nella Tradizione della Chiesa, la novena del Natale, è certamente quella più popolare e sentita dell’intero anno liturgico. Essa intende comunicare e fornire ai fedeli le ricchezze spirituali in preparazione prossima all’evento della Natività di Gesù. La novena di nove giorni si caratterizza con l’apporto degli elementi cari alla pietà popolare. La Liturgia ufficiale della Chiesa si concentra però con particolare solennità nei giorni che vanno dal 17 al 23 dicembre con la celebrazione dei Vespri che contengono le cosiddette «antifone maggiori» che cominciano con la «O». Inoltre, come sin dall’antichità nelle chiese si rappresentava il presepio di Betlemme, con l’avvento dell’intuizione francescana del presepio di Greccio (1223), anche nelle case si usa fare il presepio coinvolgendo piccoli e grandi. Tale scelta in questi ultimi decenni è fortemente ostacolata da un formale e stucchevole rispetto nei confronti della laicità di determinati ambienti sociali, ed ancor più da una esagerata attenzione verso le altre religioni, qui in Italia, dove anche le pietre traspirano fede cristiana e cattolica. Lungi dal sembrare una cosa anacronistica, tale scelta, soprattutto durante la Novena, favorisce il contatto col mistero del Natale e stimola la riflessione e la lettura di pagine bibliche che fanno riferimento alla nascita di Gesù. Tanti Santi hanno praticato questo elemento di devozione. Sono patrimoni dell’umanità i canti «Tu scendi dalle stelle» e «Ti voglio tanto bene» di S. Alfonso M. de’ Liguori. Anche S. Annibale M. Di Francia, innamorato di Gesù Bambino, adattò la Novena di tradizione tipicamente siciliana, in una forma semplice e coinvolgente i piccoli ed i poveri, adoperando gli elementi simbolici della grotta di Betlemme, armonizzandoli con la preghiera liturgica, la pratica dei fioretti. P. Angelo Sardone

Melania Calvat: creatura del mistero e mistero di creatura

Nella notte tra il 14 ed il 15 dicembre 1904 in un quartino del Palazzo De Laurentiis dove viveva in incognito ad Altamura, moriva Melania Calvat, la veggente della Salette. La scoperta del decesso fu fatta a mezzogiorno del 15 quando il converso domenicano, domestico di mons. Carlo Giuseppe Cecchini, recatosi a portarle il pasto quotidiano, trovò l’uscio chiuso. Sfondata la porta, la donna fu trovata esanime per terra: la morte risaliva probabilmente a quasi dodici ore. Aveva 73 anni: era nata a Corps nel territorio di Grenoble in Francia il 7 novembre 1831 e si trovava ad Altamura dal 16 giugno 1904. Il 19 settembre 1846 mentre pascolava le vacche sulle montagne de La Salette insieme con Massimino Giraud, le apparve la Vergine Maria che recava sul petto i simboli della passione di Cristo, tenaglie, martello, chiodi. In un’unica apparizione si mostrò piangente, le dettò la Regola di un nuovo ordine religioso (Gli Apostoli degli ultimi tempi), e le affidò un segreto da rivelare al mondo dopo 12 anni, il 1858. Nel suo continuo esodo abbracciò la vita religiosa, assumendo il nome di Suor Maria della Croce che porterà per sempre. Soggiornò in Inghilterra, in Grecia, in Italia a Castellammare di Stabia e a Galatina. Dal 14 settembre 1897 al 2 ottobre 1898 fu anche a Messina nell’Istituto Antoniano Femminile delle Figlie del Divino Zelo, invitata ripetutamente da S. Annibale Maria Di Francia per riorganizzare e dirigere l’incipiente Comunità religiosa votata alla chiusura. Per dare una degna dimora alle sue ossa travagliate, il santo canonico messinese nel 1916 aprì nella città della Murgia un Orfanotrofio nel quale tuttora riposa il suo corpo ricoperto da un artistico monumento funerario, in attesa di un regolare processo canonico, ormai solamente storico, che dichiari l’eroicità delle sue virtù. P. Angelo Sardone

L’umile e grande riformatore del Carmelo

«Solo nel Signore si trovano giustizia e potenza!» (Is 45,24). Nel cammino liturgico dell’Avvento il profeta Isaia è conduttore e guida. Attraverso gli oracoli da lui riportati nel libro che da lui prende nome, nella prima e seconda parte, viene delineato un percorso di riflessione che porta all’accoglienza del mistero di Cristo il Messia. Nella polemica contro gli dei pagani è risoluta la conclusione: solamente nel Signore ci sono la giustizia e la potenza. Di esse fu grandemente innamorato uno dei Santi Carmelitani più celebri per la vita e la sua opera, il mistico S. Giovanni della Croce (1540-1591). Entrato nel Carmelo fu ordinato sacerdote a 27 anni e coinvolto nell’opera riformatrice da Teresa di Avila, alla quale si deve la riforma radicale del Carmelo con l’avvio dei cosiddetti «Carmelitani Scalzi». Conquistato dalle profonde indicazioni della grande Teresa ed anch’egli mistico, percorse uno straordinario itinerario di santificazione avvalorato anche dalla grande sofferenza di una ingiusta condanna e dal carcere subito per nove mesi, per essere stato giudicato frate ribelle e disobbediente. Proprio durante questa cattività ebbe l’ispirazione a comporre la maggior parte delle sue opere di spiritualità, (il Cantico Spirituale, la Salita al Monte Carmelo, la Notte Oscura), frutto della sua esperienza ascetica e mistica, che lo hanno reso uno dei più grandi e citati dottori della Chiesa. S. Annibale M. Di Francia aveva una grande devozione nei suoi confronti: aveva letto le sue opere e spesso le citava, ispirandosi al suo cammino di santità, fino ad imporsi il nome di Fra Giovanni Maria della Croce il 30 agosto 1889 a Napoli, quando divenne terziario carmelitano, professando la Regola Carmelitana. P. Angelo Sardone

Santa Lucia, la martire protettrice della vista

«Beata la vergine che ha imitato il Signore, sposo delle vergini e principe dei martiri» (Antifona d’ingresso). La liturgia celebra oggi S. Lucia, vergine e martire del III sec., una delle sante più note al mondo, il cui culto è diffuso universalmente ed è menzionata con altre 6 donne nel Canone Romano. Il suo nome evoca la luce. La tradizione l’accosta all’altra grande martire siciliana Agata per via del miracolo da lei operato nei confronti della madre Eutichia. Interessanti note biografiche sono riscontrabili nella «Passio», un testo che racconta la sua passione e la sua morte. Ricca e di rara bellezza, si consacrò a Dio in maniera segreta col voto di perpetua verginità, pur essendo stata promessa sposa. Il pretendente si vendicò accusandola e traducendola davanti al tribunale romano che le commise enormi supplizi tra cui la pena del postrìbolo (luogo infame per prostitute), il fuoco ed infine la decapitazione. Il culto di S. Lucia si diffuse a partire dal Medioevo, particolarmente come patrona degli occhi, raffigurata con in mano un piattino sul quale sono riposti i suoi occhi. Probabilmente tutto questo è derivato dal suo stesso nome che richiama la luce. I Santi contemplano Dio, sono stimolo in tutti i tempi a raggiungere la statura di Cristo si dimostrano amici ed intercessori accompagnando il cammino dei cristiani con la preghiera e il patrocinio per ottenere specifiche grazie, come per S. Lucia, per conservare la vista non solo degli occhi, ma soprattutto quella del cuore e della fede. Auguri a tutte coloro che portano il nome di Lucia, perché siano davvero testimoni e diffusori della luce di Gesù Cristo. P. Angelo Sardone