XXVI Domenica del Tenpo ordinario. Sintesi liturgica

Lo Spirito posatosi su settanta anziani li rende profeti. Altri due uomini, pur rimasti fuori dell’accampamento, cominciano a profetizzare destando sconcerto nel popolo che chiede a Mosé di impedirlo. Il Signore pone lo Spirito su ciascuno e tutti possono diventare profeti. Succede la stessa cosa con Gesù: un tale scaccia i demoni nel suo nome e gli Apostoli vogliono impedirglielo perché non appartiene ai suoi seguaci. Il Maestro chiarisce che chi ha fatto questo certamente non potrà schierarsi contro di Lui. Dona quindi una serie di indicazioni pratiche in riferimento alla generosità, allo scandalo ed ai criteri per resistere ad esso e superare ogni difficoltà. Analoghi avvertimenti offre Giacomo nella sua lettera-omelia soprattutto ai ricchi. Le ricchezze sono marce e le proteste dei lavoratori senza salario arrivano al cielo. I piaceri e l’accumulo dei beni spingono il Signore ad intervenire in maniera adeguata e giusta. P. Angelo Sardone

Zaccaria, il profeta della ricostruzione

«Rallégrati, esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te» (Zc 2,14). Il profeta Zaccaria, contemporaneo di Aggeo, come lui si preoccupò della ricostruzione del tempio, della restaurazione della nazione e soprattutto dell’osservanza delle leggi e del richiamo alla fedeltà. Non si sa quasi nulla della sua vita: era sacerdote ed operò tra il 520 ed il 500 a.C. Otto visioni costituiscono la prima parte il suo libro, mentre i rimanenti otto capitoli possono riferirsi ad un altro autore comunemente detto deutero (cioè secondo) Zaccaria.  La Parola odierna è di consolazione e di speranza che stimola all’azione. La salvezza verrà anche attraverso la ricostruzione del Tempio e la restaurazione del vero culto a Dio, guardando all’era messianica. Il Messia infatti, sarà il “dio con noi” colui che porrà la sua dimora in mezzo al popolo rendendolo unito. La città di Gerusalemme e di conseguenza il popolo d’Israele, viene personificata come “figlia di Sion”, i cui tratti sono quelli della sposa e della dimora di Dio. Proprio ad essa viene annunciata la gioia del ritorno di Dio, in maniera che supera la umana reazione dinanzi ad una situazione di rifiuto spirituale ed infedeltà. Dio ritorna con la sua potenza, la gloria, l’efficacia della sua azione vittoriosa sui nemici. Le vicende storiche di Israele si intersecano con quelle della storia perenne del popolo di Dio sempre bisognoso di salvezza e di consolazione per superare le frustrazioni continue determinate dal peccato e dall’allontanamento dalla fede. Dio rimane sempre con noi ed abita oltre che nei nostri cuori, nella tenda eucaristica di ogni tabernacolo. P. Angelo Sardone