S. Luca, l’evangelista del Rogate

«Solo Luca è con me» (2Tim 4,10). La perentoria espressione di S. Paolo comunicata a Timoteo, testimonia allo stesso tempo l’esclusività della vicinanza a lui dell’evangelista suo fidato segretario, e la perseveranza del missionario. La Tradizione afferma che proprio da S. Paolo, Luca apprese il contenuto dell’annunzio di Cristo che riportò nel Vangelo e poi da Maria di Nazaret, la storia dell’infanzia di Gesù che trascrisse nei primi due capitoli. Molteplici sono gli epiteti a lui riservati in riferimento alle varie angolature con le quali si si legge il suo Vangelo: scriba della mansuetudine di Cristo e della misericordia di Dio (famose le tre parabole), evangelista della Madonna e della carità (i poveri, il buon samaritano, Zaccheo), medico e pittore a soggetto mariano. Egli è anche autore del libro della Chiesa, gli Atti degli Apostoli, una mirabile presentazione e sintesi dei primi passi della Chiesa dopo l’ascensione di Cristo al cielo e la documentazione sistematica della predicazione e dei viaggi di S. Paolo fino a Roma. Nella Tradizione e spiritualità rogazionista, S. Luca è l’evangelista del Rogate: analogamente a S. Matteo egli riporta la pericope della messe abbondante con l’invio missionario dei discepoli, sottolineando, come diceva S. Annibale Di Francia, che «dicebat», nel senso che più volte ripeteva l’urgenza della preghiera per le vocazioni di valore universale, perché conferita ai 72 discepoli che rappresentano tutte le lingue e le nazioni della terra di allora. Morì martire. Le sue spoglie si conservano a Padova. Il simbolo iconografico ed identificativo di San Luca è il vitello. Auguri a tutti coloro che portano il nome di Luca, perché rispecchino le peculiari caratteristiche del terzo grande evangelista. P. Angelo Sardone