Vincenzo de’ Paoli, il santo dei poveri

«Mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio» (Lc 4, 18). Il detto profetico di Isaia, fatto proprio da Gesù nella sinagoga di Nazaret, nel corso della storia della Chiesa è stato messo in pratica da tanti Santi operatori della carità. Sull’esempio del Maestro che manifestò un’attenzione singolare per i poveri di ogni ordine e grado, precisando che la loro presenza sarebbe stata costante nella società, essi hanno realizzato la carità come misura alta di attenzione a tutti e servizio specifico ai bisognosi. La liturgia ricorda oggi la memoria e le gesta del francese S. Vincenzo de’ Paoli (1581-1660), uno dei maggiori esponenti dei cosiddetti “santi sociali” tanto cari agli ultimi nostri papi. Sacerdote ad appena 19 anni divenne parroco nel circondario di Parigi promuovendo l’evangelizzazione con forme semplici e popolari, traendo dietro a sé alcuni uomini che divennero i Preti della Missione (Lazzaristi) e insieme a santa Luisa de Marillac, istituì le suore Figlie della Carità. Fu coraggioso e sapientemente influente anche presso la corte di Francia fino al punto che la regina istituì ed a lui affidò il Ministero della carità. Secondo i suoi insegnamenti, ad imitazione di Gesù, i poveri devono essere curati, consolati, soccorsi, raccomandati. Ciò deve determinare la loro difesa, la partecipazione alle loro sofferenze, la immediatezza nell’azione, la preferenza su tutto, intendendo la carità superiora a qualsiasi altra regola. Tanti religiosi, sacerdoti e laici hanno usufruito della sua formazione ed hanno collocato tasselli diversi nella composizione dello stesso mosaico della carità con passione evangelica ed istituzioni analoghe. Tra questi c’è S. Annibale M. Di Francia che dal suo amico S. Luigi Orione il 1935 era definito “il san Vincenzo de’ Paoli del Sud”. P. Angelo Sardone