IV domenica di Pasqua

Sintesi liturgica

IVª Domenica di Pasqua, Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.

Paolo e Barnaba, missionari ad Antiòchia in Pisìdia, affermano con franchezza che la Parola deve essere annunziata prima di tutto ai Giudei. Di fronte al loro diniego si rivolgono ai pagani che invece l’accolgono con gioia. Perciò invitano i nuovi cristiani a perseverare nella grazia. Le pecore che appartengono a Cristo ascoltano la sua voce e lo seguono perché lo conoscono. Non andranno mai perdute né strappate dalle sue mani perchè da Lui ricevono la vita eterna. Una moltitudine immensa di ogni nazione, tribù, popolo, lingua e in vesti candide è ritta davanti al trono di Dio e manifesta il benessere escatologico: niente sete, né fame, né arsura, né lagrime perché vanno dietro il Pastore che è anche l’Agnello. La preghiera per le vocazioni, purtroppo ancora non molto conosciuta, apprezzata e praticata, deve essere propagata con più vigore, seria convinzione e matura perseveranza perché siano davvero numerosi e santi gli operai della messe che con fiducia si chiedono al Signore! P. Angelo Sardone

Le aperture di S. Pietro

«Non indugiare, vieni da noi! Pietro allora si alzò e andò con loro» (At 9,38). La vita della prima comunità cristiana a Gerusalemme vede attivi tutti gli Apostoli, in particolare Pietro. Egli rispondeva in pieno a quanto il Signore Gesù risorto gli aveva ingiunto di pascere le sue pecorelle e confermare i fratelli. L’evangelista Luca, estensore degli Atti degli Apostoli, il Libro della Chiesa, annota che l’Apostolo andava a far visita a tutti. L’intento era di quello di ispezionare le nuove Comunità cristiane che andavano formandosi, onde mantenere i legami con la chiesa degli Apostoli. Tertulliano, uno dei primi Padri della Chiesa, testimonia che «fondarono Chiese in ogni città. Da queste ricevettero la linfa della fede e i segni della dottrina. Tutte queste Chiese venivano considerate apostoliche, figlie delle Chiese degli apostoli». Il primo compito è riservato proprio a Pietro che in un certo senso apre le prospettive della predicazione e dell’evangelizzazione verso i pagani, ciò che diventerà in particolare l’apostolato di S. Paolo. La prerogativa dell’apostolo Pietro viene sottolineata da alcuni miracoli che testimoniano il carattere carismatico della sua azione sotto la potente mano di Dio e l’egida dello Spirito, a Lidda con la guarigione prodigiosa del paralitico Enea, a Giaffa con la resurrezione di Tabità, donna di grande carità. Ciò provoca la fede e l’adesione di nuovi cristiani. Il carisma non s’improvvisa: è propriamente un dono che si riceve dal Signore e lo si mette a totale sua disposizione perché la grazia compia anche oggi il miracolo della conversione e della sequela spontanea di Cristo. P. Angelo Sardone