Domenica delle Palme

Sintesi liturgica

Domenica della Palme. Il discepolo con l’orecchio aperto da Dio e attento, senza paura proclama la parola ed offre ai persecutori il suo viso oggetto di insulti e sputi. È assistito da Dio e non rimane confuso e svergognato. Il celebre Inno cristologico dei Filippesi sintetizza in maniera superlativa l’abbassamento e l’esaltazione di Cristo-Dio umiliato sino alla morte e costituito “Signore”: dinanzi a Lui tutto si piega. Il desiderio ardente di mangiare la Pasqua coi suoi discepoli apre la narrazione della Passione di Cristo. L’evangelista Luca con dovizia storica e teologica ripercorre i passi degli ultimi giorni di Cristo e racconta il più grande e sconvolgente evento della storia di sempre: la morte dell’uomo-Dio. Nel variegato scenario, nel copione scritto col sangue e nelle parti dei personaggi diversi, ognuno ritrova se stesso con-protagonista talora incauto e responsabile del dramma che la Chiesa rivive attraverso la sontuosità e l’impagabile bellezza della liturgia. In Pietro che rinnega, in Giuda che tradisce, nel popolo prima osannante e poi inferocito che chiede la morte, in Barabba liberato, nei carnefici ed aguzzini, nelle donne piangenti, negli Apostoli paurosi, in Giovanni ai piedi della croce, in Longino inondato dall’acqua e dal sangue del costato, ciascuno riscopre e vede la sua identità ed il suo ruolo nel mistero della Passione. Osanna e crucifige: sono parametri di gloria e vergogna del mondo! Questo è l’uomo e la donna cangianti ed opportunisti, che però saranno vinti dal cruento e disarmante amore di Cristo che muore in croce. P. Angelo Sardone

Il Dio con noi

«In mezzo a loro sarà la mia dimora: io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo» (Ez 37,27). L’alleanza sancita da Dio col suo popolo, a cominciare da Abramo, fu rinnovata con Mosé col dono dei comandamenti e si è compiuta e stabilita in Gesù Cristo nel mistero della sua morte e risurrezione. Nel patto proposto da Dio, la prima condizione è quella di essere Lui l’unico e vero Dio, il riferimento assoluto della vita e delle azioni del popolo, unitamente alla obbedienza della fede, che respinge ogni idolo e fa tenere lo sguardo fisso sul Creatore e Redentore. In questa veste Dio assicura la sua presenza in mezzo al popolo, è veramente l’Emmanuele, il Dio con noi. Per questo Jahwé volle porre la sua dimora sulla terra che, nel corso del tempo, si manifestò con la sua Parola, le tavole della legge poste nell’Arca dell’alleanza, la Legge promulgata da Mosé, il Tempio santo a Gerusalemme, la persona stessa di Gesù Cristo: in Lui inabita la pienezza al tempo stesso della divinità e dell’umanità. Dio dimora in mezzo al suo popolo antico e, oggi, nel mistero della Chiesa che è costituita dal popolo santo di Dio. Rivela la sua presenza nei poveri e nei sofferenti e, nella forma per eccellenza, nel mistero dell’Eucaristia che è patto di alleanza, cibo di vita, farmaco di immortalità e viatico per la vita eterna. Il patto richiede fede. È proprio nel mistero della fede che il cristiano stabilisce e realizza la sua vita sulla terra con lo sguardo sempre rivolto al cielo. P. Angelo Sardone