Abramo e l’alleanza con Dio

««Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione» (Gen 17,9). La grande storia di Abramo, il capostipite del popolo d’Israele, si inquadra fondamentalmente in un rapporto di alleanza con Dio. Dopo quella con Noè, con la quale Dio aveva promesso di non distruggere più la terra, l’alleanza con Abramo è la manifestazione della totalità con la quale Dio vuole che la creatura si leghi a Lui: abbandono della terra per andare verso una terra sconosciuta. In cambio della sua protezione perenne e di una numerosa posterità, Dio gli promette una terra tutta sua e gli chiede il segno della circoncisione. Questo atto presente già nei popoli orientali, comincia per il popolo di Dio con Abramo, ed è prescritta proprio come segno di Alleanza. Nel contempo, secondo la concezione antica in riferimento al nome che non designa solo l’identità ma determina anche la natura di un individuo, Dio gli cambia il nome: non si chiamerà più Abram, che nel linguaggio semitico significa «mio padre è sublime» ma, con la forma allungata «Abraham». Anche se entrambi i termini sembrano essere forme dialettali dello stesso nome, il nuovo nome dato da Dio significa «padre di una moltitudine». E con questo attributo il patriarca passerà alla storia. Non dovrà essere solo lui ad osservare l’alleanza ma la stirpe ventura, le varie generazioni che da lui nasceranno. L’impegno di fedeltà a Dio non si consuma ed esaurisce in Abramo ma continua anche oggi nel nuovo popolo di Dio, la Chiesa che non l’esprime con la circoncisione, ma con la stessa persona di Gesù nella nuova ed eterna alleanza del suo sangue. P. Angelo Sardone