Maria Madre della Chiesa

«La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato» (Gn 3,12). Per volere di Papa Francesco, nella giornata odierna, lunedì dopo la Pentecoste, si celebra la memoria liturgica di «Maria Madre della Chiesa», un titolo riconosciuto ufficialmente da S. Paolo VI, il 21 novembre 1964, a conclusione della terza sessione del Concilio Vaticano II. Egli dichiarò la beata Vergine Maria «Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, tanto dei fedeli quanto dei Pastori, che la chiamano Madre amantissima». Questo titolo significativo impreziosisce ancora di più l’identità del Vergine Santa alla quale Gesù Cristo stesso, morente sulla croce affidò l’umanità intera nella persona dell’Apostolo Giovanni. Proprio in questo contesto, nella riflessione dei Padri della Chiesa, Maria viene presentata come la novella Eva, la madre di tutti i viventi, unita intimamente a Cristo, nuovo Adamo ed a Lui soggetta. Maria non è solo la figura escatologica della Chiesa, ma anche e soprattutto la Madre delle membra di Cristo avendo cooperato con la sua carità alla nascita dei fedeli della Chiesa, i quali di quel Capo sono le membra, e dunque la Madre della Chiesa. Era presente sin dagli inizi nel Cenacolo di Gerusalemme insieme con gli Apostoli e li seguiva e sosteneva con la sua preghiera. Questo titolo era molto caro a S. Annibale Maria Di Francia, il quale così definisce ed invoca Maria nella conclusione della sua prima preghiera per chiedere al Signore il dono dei buoni evangelici operai scritta il 1880. Maria, «è il buon terreno in cui il seme del Rogate è stato seminato ed è cresciuto» (S. Annibale) ed è Colei che, con la sua presenza e la sua preghiera, procura alla Chiesa gli operai del Regno. P. Angelo Sardone