Sintesi XXI domenica del Tempo ordinario

Sintesi liturgica. XXIª Domenica del Tempo Ordinario.
Il Signore raduna tutte le genti e tutte le lingue perché possano vedere la sua gloria e divenire sua offerta. I superstiti sono inviati a tutte le popolazioni ed alle isole lontane perché conoscano il Signore. Tra loro saranno prescelti alcuni come leviti, cioè sacerdoti. Sulla base di un’esplicita domanda Gesù affronta la questione della salvezza universale eludendo il numero di coloro che si salvano ed esortando invece tutti a sforzarsi per entrare nel regno attraverso la porta stretta. Diversamente il rischio è quello di trovarsi fuori senza essere riconosciuti perché operatori di ingiustizia. La mensa sarà riservata a coloro che provengono dai quattro punti cardinali, magari ultimi ma ora primi. Non va disprezzata né dimenticata la correzione del Signore che, come un padre, corregge il figlio che ama. Occorre camminare diritti con i propri piedi che non siano zoppicanti, ma guariti dalla grazia e fortificati da un serio impegno di vita. P. Angelo Sardone

S. Bernardo di Chiaravalle

«La terra risplendeva della sua gloria» (Ez 43,2). Il ritorno di Jahwé nel tempio di Gerusalemme è circonfuso di gloria. La visione di cui gode Ezechiele esprime la grandezza e la potenza di Dio che si rispecchia nella terra che funge da sgabello, riempiendola di gloria. Così il Signore continua ad abitare in mezzo ai suoi figli. La gloria di Dio si manifesta sempre con la testimonianza di uomini e donne che, attratti dal suo amore, consacrano la loro vita a Lui, rendendosi strumenti di grazia e di santificazione per sé e per gli altri. Oggi la liturgia ricorda il rinomato dottore della Chiesa San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), monaco di Cistercium, in Francia, da cui prende nome l’Ordine dei Cistercensi, teologo, maestro di vita ed educatore di generazioni intere di fedeli e di Santi. Nella zona di Clairvaux (Chiaravalle), in una campagna disabitata egli fondò un nuovo monastero che divenne ben presto un celebre polo di dottrina e spiritualità. Nel suo cammino di perfezione i grandi amori furono il bene della Chiesa, lo studio della Sacra Scrittura ed il suo commento, l’affetto per l’umanità di Cristo e la Vergine Maria di cui fu appassionato cantore. La sua produzione letteraria e spirituale è di grande valore teologico: 331 sermoni, 534 lettere, molteplici trattati su argomenti teologici diversi e scritti sulla Madre di Dio. Il tutto avvalorato ed integrato dal lavoro manuale richiesto anche ai suoi monaci e dai continui spostamenti in Europa per risolvere le gravi questioni politico-religiose del suo tempo. La quiete del monastero, nonostante tante difficoltà e sofferenze fisiche, lo riportò al suo primo amore. Rimane tuttora un luminare di dottrina ed un sicuro punto di riferimento spirituale per quanti vogliono seriamente seguire e servire il Signore. P. Angelo Sardone