La superbia smontata da Dio

«Tu sei un uomo e non un dio, hai reso il tuo cuore come quello di Dio» (Ez 28,2). Nella seconda parte del suo libro, denominata “Oracoli contro le nazioni”, il profeta Ezechiele lancia responsi tra l’altro, contro la città di Tiro che agli inizi del secolo V a.C. era una potenza commerciale. Dapprima favorevole a Gerusalemme, dopo il 587 l’abbandonò al suo destino e si rallegrò anche della sua caduta. A quel tempo era re Et-Baal II. A lui, e ancor di più alla città personificata dal suo re, si rivolge il Signore deprecando il suo potere assoluto come quello di un dio ed annunziando l’arrivo di popoli stranieri che deprederanno e distruggeranno la città. Allora si vedrà con chiarezza se il re è un dio che può allinearsi col vero Dio. In verità il re era modello di perfezione e ricco di sapienza e bellezza. La boria e l’orgoglio del suo essere lo ha riempito però di imperfezioni, di violenza e di peccati fino a farlo diventare opportunista e disonesto. Pur essendo diventato oggetto di terrore ora è inesorabilmente finito. Una pagina reale ed attuale si profila alla constatazione e seria riflessione. Quando non si vive sotto l’egida di un’umiltà concreta che è verità, si rischia di improvvisarsi onnipotenti con deliri soprannaturali che vanno a cozzare con la realtà che, se anche è dominata dai potenti, è sotto il controllo di Dio, paziente e misericordioso. La stessa ingannevole superbia presenta puntualmente il conto e fa pagare lo scotto maggiorato di una vanagloria inconsistente e fatua. Ciò avviene di frequente in ogni settore della vita e della società e non risparmia alcuno in ogni campo, sociale ed ecclesiale. Oggi si festeggia S. Rocco, un santo molto popolare, operatore di carità, particolarmente invocato contro ogni sorta di pestilenza. Auguri a coloro che ne portano il nome. P. Angelo Sardone