La Madonna del Carmelo

«Ecco una nuvoletta, come una mano d’uomo, sale dal mare» (1Re 18,43).

Il Carmelo è il monte delle gesta eclatanti del profeta Elia, la vittoria sui 450 profeti di Baal ed i 400 di Asera, l’incontro con Dio nel venticello di brezza e la visione da parte del ragazzo che lo seguiva, della nuvoletta che si innalzava dal mare. La siccità, castigo di Dio per l’infedeltà del popolo, durava ormai da tre anni ed aveva mandato in desolazione la terra d’Israele. Elia, uomo di preghiera ed interlocutore di Dio, Lo supplica perché termini il flagello e manda il ragazzo che lo seguiva, a guardare più volte verso il mare. La settima volta si vide levarsi dal mare una nube, grande come la palma d’una mano d’uomo. In poco tempo il cielo si oscurò, si levò un gran vento e cadde una forte pioggia. Gli esegeti e i mistici da sempre hanno visto in quella piccola nube, l’immagine della Vergine Maria: con la sua disponibilità all’Incarnazione di Gesù, infatti, si sono dischiuse le riserve di acqua feconda della vera vita e della Grazia. Tra i titoli con i quali la Chiesa onora la SS.ma Vergine, eccelle per devozione e popolarità quello di Madonna del Carmelo. Esso è legato agli Eremiti dei secoli IV-VII ed in particolare ad un gruppo di laici, pellegrini in Terra Santa, che tra la fine del 1192 e il 1209, si ritirarono in preghiera sulla cima del Carmelo per imitare Cristo, con lo stile del profeta Elia e il modello della Vergine Maria. Da essi nacque l’Ordine dei Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo che ebbe poi in S. Teresa d’Avila e S. Giovanni della Croce i riformatori dei cosiddetti “scalzi”. Lo scapolare donato dalla Madonna a S. Simone Stock, il privilegio sabatino confermato da Maria con una visione al papa Giovanni XII, la fioritura di tanti beati e santi tra le file dei Carmelitani e Carmelitane, lo sviluppo dell’Ordine Secolare Carmelitano testimoniano ancora oggi la bellezza e la fecondità di una spiritualità fortemente cristologica, che ha in Maria la via che porta a Gesù, la Santa montagna. P. Angelo Sardone