Il Battesimo di Gesù. Il nostro battesimo

«Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, vi ha liberato dal peccato e vi ha fatto rinascere dall’acqua e dallo Spirito Santo» (Liturgia del Battesimo). Il fondamento di tutta la vita cristiana è costituito dal Sacramento del Battesimo, porta d’ingresso nella vita spirituale, lavacro di rigenerazione mediante l’acqua e la Parola. L’etimologia del termine richiama il verbo greco «baptizo» che significa “mi tuffo”, “mi immergo” e fa riferimento esplicito all’immersione, attraverso l‘acqua, nel mistero della morte di Cristo dalla quale si rinasce come nuove creature. Il Vecchio Testamento o Antica Alleanza che contiene molteplici sue prefigurazioni, si realizza pienamente in Gesù Cristo il quale, all’inizio della sua vita pubblica, si fa battezzare nel fiume Giordano da Giovanni che, proprio per l’esercizio di questo ministero, viene detto “battezzatore” o Battista. Il suo battesimo, pratica penitenziale destinata ai peccatori, nel caso di Gesù, manifesta l’abbassamento del Messia e nello stesso tempo la discesa su di Lui dello Spirito Santo, inizio della nuova creazione, e   l’iniziativa del Padre che lo addita come Figlio prediletto. Dal costato trafitto di Cristo sulla croce, sgorgarono sangue ed acqua, segno dell’Eucaristia e del Battesimo: da allora con essi si “nasce dall’acqua e dallo Spirito”. Il giorno del Battesimo si nasce una seconda volta alla vita spirituale, si diventa cristiani, cioè seguaci di Gesù Cristo, viene cancellato il peccato originale e si entra a far parte della Chiesa, la grande famiglia dei figli di Dio. Ricordi il giorno quando sei stato battezzato? Se non lo sai, fa’ una ricerca e appunta bene anche nel cuore quella data: è l’inizio della tua nuova vita, quella che non avrà mai fine. P. Angelo Sardone

Il vero amore di Dio

«In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio» (1Gv 4,10). Dopo aver indicato uno dei nomi propri di Dio, «Amore» ed aver specificato che il vero amore fraterno viene da Dio e fa rimanere in Dio, l’Apostolo Giovanni rivela in che cosa consista e come si è manifestato questo amore anche sul piano storico. A causa del peccato gli uomini sono privi dell’amore di Dio ed incapaci di manifestarlo fino in fondo. Per questo Dio, sin dai primordi della storia umana ha preso l’iniziativa della manifestazione del suo grande amore inviando il suo Figlio, l’unico, l’amato, nel mistero dell’Incarnazione e poi della Redenzione. Nello stesso tempo l’iniziativa divina ha reso gli uomini capaci di amare. La dimensione di questo amore è davvero eccezionale: senza Gesù Cristo gli uomini non avrebbero mai conosciuto la grandezza dell’amore di Dio né tanto meno avrebbero mai beneficiato dell’iniziativa salvifica divina. Dio continua ad amarci provvedendo alle nostre necessità, manifestando la sua presenza negli avvenimenti, garantendo l’efficacia dei suoi interventi attraverso la grazia santificante che proviene dai Sacramenti e dalla Chiesa. Non sempre gli uomini si allineano con questa dimensione che rimane misteriosa soprattutto quando si sperimentano situazioni che sono in netta contraddizione con l’espressione di bene come la salute, l’integrità fisica, il benessere, la pace. La crescita nella fede, anche se talora dura e vacillante, apre il cuore e la mente a specchiarsi in un Dio che rimane comunque, come dice Karl Rahner il «totalmente altro». P. Angelo Sardone

Fatti e verità per un autentico amore

«Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità» (1Gv 3,18). Nella letteratura e nell’insegnamento giovanneo, l’amore fraterno e generoso è il precetto ricorrente dell’annunzio cristiano che si forgia a partire dal medesimo amore che Dio ha per gli uomini. Un modo col quale si rappresenta l’odio del mondo nei confronti dei cristiani è l’uccisione di Abele il giusto da parte di suo fratello Caino. A ciò si contrappone l’amore di Cristo che volontariamente ha offerto se stesso con la sua carne nel martirio della croce, per dimostrare la grandezza dell’amore di Dio. Il mondo, anche quello attuale, non conosce i figli di Dio e per questo li odia e li perseguita. A volte si pensa che le persecuzioni siano relegate ai tempi dei Romani ed alla lunga lista dei martiri. Ma i martiri moderni sono altrettanto numerosi come quelli antichi. Si passa dalla morte alla vita quando si ama il proprio fratello e questo amore è il segno del possesso della vita eterna. Dare allora la vita per le persone che si amano, a cominciare da Dio, rappresenta la manifestazione più alta dell’amore, quale sacrificio supremo di sé. Queste verità sono la base operativa della fede cristiana. Quanta retorica in ambiente cristiano circola dietro simili affermazioni. Molte volte l’amore è un semplice tornaconto; talora, come succedeva ai tempi di S. Giovanni con i maestri dell’errore, ci si risolve ad essere venditori di parole effimere, sentimentali che producono solo una carezza momentanea ed un profumo passeggero, proprio al contrario dei fatti e della verità. P. Angelo Sardone

I 90 anni di Padre Pietro Cifuni, concittadino del cielo e familiare dei Santi

Nella giornata odierna, 3 gennaio il caro ed indimenticabile P. Pietro Cifuni avrebbe compiuto 90 anni, essendo nato il 3 gennaio 1932. Da quasi due anni (13 aprile 2019) la sua dimora è in cielo ma resta nel ricordo di tanti di noi in terra come figura esemplare di padre, religioso rogazionista secondo il Cuore di Dio, uomo eccezionale di saggezza ed amore singolare per il laicato rogazionista. La sua generosità, il suo buon cuore testimoniano ancora oggi la nobiltà del suo cuore ed i valori umani trasmessi a tutti. Lo ricorderò particolarmente questa sera nella celebrazione della S. Messa delle ore 19.00 qui a Matera offrendo per lui il sacrificio eucaristico. Ho in animo di organizzare nel corso dell’anno un momento celebrativo dei suoi 90 anni, proprio a Pisticci, suo paese natale, con un tributo di gratitudine memoriale ed una celebrazione eucaristica in suo suffragio. P. Angelo Sardone

Il Nome santissimo di Gesù

«Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra» (Fil 2,10). Otto giorni dopo la sua nascita, seguendo la consuetudine in Israele ed obbedendo a quanto l’Angelo aveva detto loro, Maria e Giuseppe imposero al Bambino il nome «Gesù». Il termine corrisponde all’ebraico Yēshūa‛ che significa «Yahweh è salvezza», forma tardiva di «Yoshūa‛», Giosuè, nome molto comune nel Nuovo Testamento. Il Nome di Gesù sin dai primi tempi è stato sempre onorato e venerato nella Chiesa e dal secolo XIV ebbe il culto liturgico. Grande ed infaticabile apostolo fu San Bernardino da Siena che diffuse questa devozione affermando che esso «è luce ai predicatori, poiché fa luminosamente risplendere, annunciare e udire la sua parola». Egli inoltre confezionò il trigramma IHS (Iesus hominum Salvator, Gesù Salvatore degli uomini) inscritto in un sole dorato con dodici raggi. La Compagnia di Gesù (i Gesuiti) lo prese come suo emblema diventandone sostenitrice del culto e della dottrina. Il giorno della celebrazione liturgica mutò nei vari secoli in una delle domeniche di gennaio, per poi fissarsi al 2 gennaio fino agli anni Settanta del Novecento, quando fu soppressa. San Giovanni Paolo II la ripristinò nel Calendario Romano collocandola al 3 gennaio come memoria facoltativa. S. Annibale Maria Di Francia volle per i suoi figli spirituali che tutto il mese di gennaio fosse consacrato al Nome SS.mo di Gesù nutrendone uno specialissimo culto e ritenendo questo Nome «dolce, santo, amabile, divino, glorioso». Col suo genio inventivo e devozionale, fece riprodurre il nome IESUS e vi aggiunse le lettere M.I.A.B. che corrispondono a Maria (M), Giuseppe (I), Antonio (A) e Bernardino (B). P. Angelo Sardone

Buon Anno 2022 con Maria la Madre di Dio e Madre nostra

«Ti benedica il Signore e ti custodisca» (Nm 6,24). Il nuovo anno si apre con questa espressione che il Signore aveva comandato a Mosè di riferire ad Aronne ed ai suoi figli, i Leviti, perché così dovevano benedire il popolo di Israele. Si tratta di una benedizione propriamente sacerdotale che il Signore riserva ai suoi figli attraverso il sacerdote, preposto all’esercizio del culto ed alla mediazione dei rapporti tra l’uomo e la divinità. La benedizione del sacerdote è del Signore, origine e fonte di ogni benedizione, Lui che è al di sopra di tutte le cose. Lui solo è buono, ha fatto bene ogni cosa, colma di beni tutte le sue creature, e sempre, anche dopo la caduta dell’uomo, continua a effondere benedizioni in segno del suo amore misericordioso: fa brillare il suo volto, custodisce e concede la pace. Il nome di Dio riportato tre volte, secondo la concezione semitica, assicura la presenza di Dio che protegge. Da ciò scaturisce la consapevolezza di essere sotto lo sguardo di Dio e di abbandonarsi con fiducia a Lui per poter affrontare e sopportare ogni avversità. Il Signore custodisce chi segue le sue vie, fa giustizia agli orfani e alle vedove, e dà pane e vestito a chi è straniero (Dt 10,17-18). In questa logica e con questa prassi per il cristiano viene meno qualsiasi altro riferimento a maghi ed oroscopi. La Chiesa dà oggi la sua benedizione celebrando Maria di Nazaret, la Madre di Dio: Ella accompagna sempre verso il Figlio suo e mai allontana alcuno da Lui. Non si può essere cristocentrici se non si è saldamente mariani. Auguri. Buon anno con ogni benedizione del Signore e l’efficace e materna protezione di Maria. P. Angelo Sardone