Il santo della mitezza

«Il Signore ti ha detto: “Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai capo d’Israele”» (2Sam 5,1). Le tribù d’Israele e tutti gli anziani riuniti ad Ebron per consacrarlo Re, ricordarono con questi termini a Davide quanto il Signore stesso gli aveva detto. Davide aveva trent’anni quando fu unto re. Da allora andò sempre più crescendo in potenza, grazia e gloria. Alla stessa maniera quasi trentenne e già avviato alla carriera di avvocato, il santo dottore della Chiesa S. Francesco di Sales (1567-1622) fu ordinato sacerdote e si dedicò al ministero della predicazione e della comunicazione. In un tempo di gravi difficoltà per la fede minata dall’eresia del calvinismo preponderante in Svizzera, spese tutte le sue energie nelle attività pastorali, teologiche e formative divenendo guida spirituale per molteplici generazioni. La novità dei metodi da lui inseriti nella predicazione e nel confronto soprattutto con i protestanti, lo rendono attuale, ecumenico. All’ardente predicazione univa anche la distribuzione dei «manifesti», fogli sintetici di catechesi che faceva affiggere sulle case perché tutti potessero usufruirne. Il suo carattere amabile e mite sortì effetti positivi riuscendo a cogliere molte più adesioni e consensi spirituali «con due gocce di miele che con un intero barile di aceto», come amava ripetere. Il suo umanesimo è fondato su un eminente dato cristologico. Insieme con santa Giovanna De Chantal, fondò l’Ordine delle Visitandine invitando le giovani a consacrarsi a Dio, l’unico capace di dare senso alla vera e piena umanità. È ritenuto Padre della moderna spiritualità: a lui si ispirò S. Giovanni Bosco dando inizio alle sue congregazioni dette “salesiane”. È patrono dei giornalisti ed anche dei sordomuti. P. Angelo Sardone