S. Tommaso d’Aquino sublime modello di santità e cultura teologica

«Il granello di senape cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto» (Mc 4, 31-32). Nella sua predicazione Gesù spesso fa ricorso ad immagini tratte dal mondo rurale, vicino e comprensibile al suo uditorio. Nella proclamazione del Regno e nell’attestazione della sua entità l’immagine diviene davvero efficace: il Regno, cioè la sua persona, l’annunzio del Vangelo, è una piccola realtà, come un minuscolo granello di senape. Quando cresce diviene un alberello sul quale possono posarsi anche gli uccelli. Il dovere di annunziare il Vangelo affidato agli apostoli è passato attraverso i secoli sulle spalle e nelle vite di uomini e donne, religiosi e laici, che nella semplicità, nella piccolezza e nel nascondimento hanno fatto fruttificare un bene così prezioso. Il domenicano S. Tommaso d’Aquino (1225-1274), uno dei massimi dottori della Chiesa, di una cultura enciclopedica ed una sistematicità di esposizione eccezionale, si pone in questa scia. La sua santità e le sue opere corpose sono un monumento filosofico e teologico di straordinario valore, mirabile compendio (Lui stessi ne definì alcune “Summae”), che sfida il tempo e condiziona tuttora lo scibile teologico. Pur indirizzato alla vocazione benedettina, dopo alcuni studi all’università di Napoli scelse egli stesso l’Ordine di S. Domenico. S. Alberto Magno che insegnava a Parigi e l’ebbe come alunno, comprese la sua enorme capacità ed il suo genio intellettuale. Preghiera, meditazione, studio incentrato in Gesù Cristo, insegnamento accademico, furono gli elementi che contraddistinsero fino in fondo la sua vita. Tutt’oggi si rimane sbalorditi dinanzi a tanta sapienza e santità di vita. P. Angelo Sardone