Fatti e verità per un autentico amore

«Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità» (1Gv 3,18). Nella letteratura e nell’insegnamento giovanneo, l’amore fraterno e generoso è il precetto ricorrente dell’annunzio cristiano che si forgia a partire dal medesimo amore che Dio ha per gli uomini. Un modo col quale si rappresenta l’odio del mondo nei confronti dei cristiani è l’uccisione di Abele il giusto da parte di suo fratello Caino. A ciò si contrappone l’amore di Cristo che volontariamente ha offerto se stesso con la sua carne nel martirio della croce, per dimostrare la grandezza dell’amore di Dio. Il mondo, anche quello attuale, non conosce i figli di Dio e per questo li odia e li perseguita. A volte si pensa che le persecuzioni siano relegate ai tempi dei Romani ed alla lunga lista dei martiri. Ma i martiri moderni sono altrettanto numerosi come quelli antichi. Si passa dalla morte alla vita quando si ama il proprio fratello e questo amore è il segno del possesso della vita eterna. Dare allora la vita per le persone che si amano, a cominciare da Dio, rappresenta la manifestazione più alta dell’amore, quale sacrificio supremo di sé. Queste verità sono la base operativa della fede cristiana. Quanta retorica in ambiente cristiano circola dietro simili affermazioni. Molte volte l’amore è un semplice tornaconto; talora, come succedeva ai tempi di S. Giovanni con i maestri dell’errore, ci si risolve ad essere venditori di parole effimere, sentimentali che producono solo una carezza momentanea ed un profumo passeggero, proprio al contrario dei fatti e della verità. P. Angelo Sardone