Il libro dell’Esodo

«Gettate nel Nilo ogni figlio maschio che nascerà, ma lasciate vivere ogni femmina» (Es 1,22). L’Esodo non è semplicemente un libro o un famoso film con una straordinaria colonna sonora, ma il paradigma di vita dell’uomo e del cristiano di ogni tempo. Parte integrande del Pentateuco (cioè i primi cinque libri della Bibbia), l’Esodo presenta due grandi fatti storici: la liberazione del popolo di Israele dall’Egitto e di conseguenza l’uscita (esodo significa proprio questo) e l’alleanza al Sinai col dono della legge. Di mezzo c’è il cammino nel deserto che dura quarant’anni. Il protagonista principale dopo Jahwè ed il popolo, è il grande condottiero Mosè. Nell’Egitto dopo la morte di Giuseppe il nuovo re, che non l’aveva conosciuto, mise sotto assedio il popolo d’Israele che intanto si era moltiplicato e diventava un pericolo per la potenza delle sue braccia e la probabile alleanza con altri re in caso di guerra, per rovesciare il potere faraonico. Questo è il motivo per il quale il popolo fu asservito nella costruzione di alcune città deposito, divenendo vittima di lavori forzati per preparare l’argilla, fabbricare mattoni e compiere ogni sorta di lavoro nei campi. La durezza con la quale era trattato giunse fino al punto che il faraone ordinò l’uccisione dei figli maschi di Israele gettati nel Nilo, preservando invece le femmine. In questo quadro si delinea la storia di Mosè che costituirà un nuovo importantissimo capitolo della storia di Israele. Quello del cristiano è un vero e proprio esodo che dalla schiavitù del peccato conduce alla terra promessa della redenzione e della grazia. P. Angelo Sardone