Santi Simone e Giuda Taddeo

«In Cristo anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito» (Ef 2,22). La Chiesa ed il popolo cristiano sono edificati sul duplice fondamento degli apostoli e dei profeti, ed hanno come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. Ciò è garanzia di crescita ordinata e proficua, perché per mezzo dello Spirito si diventa abitazione di Dio. Questo dato teologico è molto importante per comprendere l’architettura stessa della Chiesa spesso vituperata e ridotta semplicisticamente al rango ed al ruolo di un’organizzazione umana con tutti i suoi limiti e le inefficienze. Gli Apostoli, investiti di questa responsabilità direttamente da Cristo, dai più noti agli ultimi riportati negli elenchi evangelici, hanno testimoniato la verità di Cristo e con la predicazione nelle diverse parti del mondo allora conosciuto, hanno realizzato la cosiddetta «implantatio Ecclesiae». Oggi la liturgia celebra congiuntamente la festa dei santi apostoli Simone, soprannominato Cananeo o Zelota perché aveva militato nel gruppo armato contro i Romani ed era nativo di Cana, e Giuda Taddeo, che significa magnanimo, figlio di Giacomo. Morirono martiri, il primo segato e fatto a pezzi, il secondo trucidato da sacerdoti pagani in maniera disumana. L’iconografia lo rappresenta con il libro della Parola in mano ed un’alabarda, con la quale fu martirizzato. La testimonianza degli Apostoli deve essere per i cristiani di oggi un severo monito a percorrere la strada dell’accoglienza della Parola di Dio, pronti a dare la vita, se occorre, per il trionfo della verità e della luce che promana da Cristo. P. Angelo Sardone

Armatura efficace e sicura

«Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo» (Ef 6,10). La forza per resistere e combattere il male viene dal Signore. La sua potenza rafforza e dá vigore. La vita a volte sembra una battaglia continua per non lasciarsi sopraffare dalle potenze demoniache e dai dominatori del mondo. Per essere saldi, bisogna lasciarsi vestire da Dio con una apposita armatura che protegga il corpo intero e lo preservi dalla morte. Attorno ai fianchi bisogna avere la verità, addosso, la corazza della giustizia. Lo scudo deve essere la fede, l’elmo, la salvezza, la spada, la Parola di Dio. Si tratta evidentemente di una armatura singolare che, aldilà della metafora, è indispensabile per difendersi dal male e vincere la battaglia. Il sostegno più efficace rimane la preghiera con tutte le sue modalità; il segreto intelligente, vegliare con perseveranza ed in comunione con tutti i Santi. Il santo apostolo, ormai alla conclusione della vita, con la sua esperienza e vincolato dalle catene, propone una modalità concreta ed efficace per non soggiacere al male subdolo prodotto dal demonio ed essere sempre vigili ed accorti per non essere vinti, ma vincere. Il dominio del male sembra invadere ogni giorno la società, senza dare scampo alcuno. La necessità di difendersi, oltre la grazia efficace che scende dall’alto, è postulata da un impegno serio, perseverante di ogni cristiano che tante volte, per la paura del male, non resiste e per questo il demonio non si allontana e prende il sopravvento. La volontà, l’impegno diuturno e la fiducia nel Signore risultano mezzi concreti ed efficaci da praticare per operare il bene ed evitare il male. P. Angelo Sardone

Il segreto per una lunga vita

«Onora tuo padre e tua madre, è il primo comandamento accompagnato da una promessa: perché tu sia felice e goda di una lunga vita sulla terra» (Ef 6,1). La Sacra Scrittura è molto pratica. La predicazione di S. Paolo la rende più vicina e comprensibile in tutto, fonte di autentica formazione umana, sociale e spirituale, a cominciare dai rapporti interpersonali dentro e fuori la famiglia. Tra genitori e figli essi devono essere cordiali e si fondano sul quarto comandamento, l’osservanza del quale, è accompagnata dalla promessa di una vita lunga e felice (Dt 5,16). L’essere il «primo», sottolinea la sua importanza nella vita sociale. Un elemento significativo come di pari opportunità, riporta nel testo sacro veterotestamentario, lo stesso piano sul quale sono collocati padre e madre, cosa senz’altro singolare nell’ambito della Legge coi dieci comandamenti e non riscontrabile in altri contesti storici coevi. Onorare i genitori significa amarli, portare loro rispetto, cose che devono trasformarsi in accoglienza delle loro indicazioni, ascolto, obbedienza e venerazione. Questi atteggiamenti non sono temporanei: durano tutta la vita e, soprattutto ad una certa età, si traducono anche in servizio concreto ed oblativo. In un altro passo, la Sapienza di Dio elabora ulteriormente la promessa e le conseguenze positive di questo «onore»: così si espiano i peccati, si accumulano tesori, si è esauditi nella preghiera, si riceve la benedizione (Sir 3,3-5.8). In una società come quella attuale, sopraffatta dalla fretta e dall’intiepidamento di sane relazioni affettive, possono sembrare concetti aleatori, di cui però si pagano caramente le nefaste conseguenze, visibili e tangibili un po’ ovunque. P. Angelo Sardone

Il mistero grande

«L’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!» (Ef 5,31-32). Queste parole spesso sono proclamate nella celebrazione del Sacramento del matrimonio quando gli sposi scelgono la lettura tratta dalla Lettera agli Efesini. In pochi versetti il grande Apostolo sintetizza il mistero del matrimonio cristiano che diventa tale, in riferimento a Cristo ed alla Chiesa. Il giorno delle nozze, infatti, lo Spirito Santo consacra un uomo ed una donna come coppia e li rende partecipi dell’analoga unione di Cristo con la Chiesa, segno della più grande unione di Dio con l’umanità. La coppia che si forma è il modello di unità più totalizzante che possa esistere sulla terra. É un patrimonio divino-umano di comunione affidato alla libertà di un uomo, lo sposo, e di una donna, la sposa, che fa crescere la coppia stessa e la indirizza verso la santificazione. Ciò avviene innanzitutto perché un autentico amore coniugale è assunto dall’amore divino ed è sostenuto ed arricchito dalla forza che proviene da Cristo Redentore e dall’aiuto, un’azione salvifica, mediata dalla Chiesa, in ordine alla missione propria dei coniugi, essere madre e padre. Il vincolo che unisce l’uomo e la donna li fa diventare una carne sola ed è segno e riproduzione del legame che unisce Cristo, Parola di Dio, alla carne umana da lui assunta, Cristo unito alla Chiesa che è suo corpo. Questi altissimi concetti che provengono dalla Bibbia sono la base di conoscenza e di vita di coloro che celebrano e vivono il Sacramento del Matrimonio, risucchiati in un vortice di amore e di grandezza che talora rimane loro incomprensibile: mistero grande che si colloca nel fragile vaso dell’umanità. P. Angelo Sardone

Il fuoco della carità e della verità

«Camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore (Ef 5,2).

Benevolenza, misericordia e perdono sono un trittico pedagogico di qualità determinato dalla nuova legge dell’amore instaurata da Cristo, che San Paolo consegna nella persona degli Efesini, ai cristiani di ogni tempo. A ciò si aggiunge una concreta imitazione di Dio e di Gesù di Nazaret, per camminare nella carità e nella verità evitando tutto ciò che vistosamente offende il pudore, la moralità, il buonsenso cristiano irradiato dalla luce che viene dal Signore. Ci sono elementi sconvenienti che rientrano nella salvaguardia delle virtù, di cui non bisogna neppure parlarne tra i cristiani, chiamati ad essere invece santi: impurità, cupidigia, volgarità, insulsaggini, trivialità, parole vuote. È una pena constatare talora che proprio in mezzo ai cristiani, senza eccezione anche per religiosi ed ecclesiastici, tali cose fanno fatica ad essere comprese ed eliminate radicalmente dal linguaggio comune e da comportamenti che possono risultare assolutamente volgari. In verità, per il loro comportamento e per la realizzazione di una autentica carità verso Dio ed il prossimo, i cristiani nella testimonianza della loro personale vocazione, dovrebbero essere proprio come i Missionari del Cuore Immacolato di Maria, sgorgati dal cuore del santo vescovo S. Antonio Maria Claret del quale si fa memoria oggi: «una persona che arde di carità e dovunque passa brucia». Spesso questa espressione la cantiamo con la bocca. Ci vorrebbe più impegno per testimoniarla e cantarla con la vita. P. Angelo Sardone.

La forza della preghiera

«Dio non trascura la supplica dell’orfano, né la vedova, quando si sfoga nel lamento» (Sir 35,13-14). Frequente nella Sacra Scrittura è il tema della preghiera, una realtà antica quanto l’uomo, espressione della sua esigenza di vita e della relazione religiosa con la divinità. La Bibbia, a detta di alcuni, è anche un Libro di preghiera, dal momento che oltre la storia sacra, contiene molteplici elementi, testimonianze ed espressioni di autentica preghiera. Il Libro dei Salmi da sempre è stato il Libro della preghiera del popolo di Israele antico e nuovo. Anche la Sapienza divina, qua e là non trascura la preghiera anzi in alcuni insegnamenti la presenta e la indica come necessaria, spiegando il suo ruolo e la sua efficacia. Il testo didattico-sapienziale del Siracide specifica la preferenza che Dio ha nell’ascolto della preghiera di chi è oppresso, in particolare delle tre categorie privilegiate in Israele: gli orfani, i forestieri e le vedove. La loro preghiera arriva diritto in cielo e fora le nubi, non desiste fino a quando Dio non interviene. La cura e l’attenzione del Signore sul mondo intero si manifesta soprattutto nel dialogo con le sue creature ed in particolare con l’uomo e la donna. Quando si ascolta la Parola di Dio, è Dio che parla all’uomo. Quando preghiamo, siamo noi che parliamo al cuore di Dio. Nel suo profondo giudizio di amore Egli ristabilisce la vera equità nelle cose, negli avvenimenti, nei cuori di chi fiduciosamente a Lui si rivolge. Non si smette mai di crescere e di imparare. Più si prega, più si comprende l’essenza e la necessità della preghiera. L’esperienza è la scuola più efficace. P. Angelo Sardone

Sintesi liturgica della XXX domenica del Tempo Ordinario

Agli occhi di Dio non c’è preferenza di persone. Se esiste una particolarità, questa è per gli oppressi: l’orfano, la vedova, il forestiero. Di essi ascolta la preghiera che fora le nubi ed ha il pieno riscontro in Lui. La preghiera dell’umile pubblicano, disprezzato dagli uomini ma caro a Dio, sortisce il suo effetto, al contrario del pubblicano che fa sfoggio di sé in maniera orgogliosa ed impudente anche davanti al Signore. La superbia è punita, l’umiliazione è esaltata. Dio riserva la sua corona di giustizia a tutti quelli che attendono la sua manifestazione, dopo aver combattuto bene la battaglia della vita, terminato la corsa e conservato il dono della fede. Il Signore che libera da ogni male, è sempre vicino e dà forza, perché si compia l’annuncio del Vangelo e tutti l’ascoltino. P. Angelo Sardone

San Giovanni Paolo II, il papa grande

«A ciascuno di noi, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo» (Ef 4,7). La vita cristiana è corredata da un dono grandissimo che perpetua ed attua la vita di Dio nella creatura. Si chiama grazia. È l’elemento più importante col quale si cresce e si realizza la propria vocazione nella obbedienza alla volontà di Dio. Tanti sono i ministeri attraverso i quali si compie il percorso della vita e si tende a Dio, raggiungendo la pienezza di Cristo. Oggi la chiesa ricorda S. Giovanni Paolo II, certamente uno dei papi più grandi della storia. Egli ha segnato con la sua identità e la sua feconda azione apostolica un tratto significativo del percorso della Chiesa nella società che si è preparata ed ha varcato il Terzo Millennio. I suoi tanti anni di ministero petrino sono corredati da elementi stupefacenti e di record assoluti: decine e decine di viaggi apostolici, molte encicliche, anni santi ordinari e straordinari, numerosissime beatificazioni e canonizzazioni, coraggiosi e vigorosi interventi nella salvaguardia del bene comune e della moralità, incidenza provvidenziale nella storia politica e sociale delle nazioni. Ma soprattutto, autentica santità di vita che ha parlato e continua a farlo al di là dei suoi indubbi meriti. È stato il papa del mio sacerdozio che ha guidato i passi della mia formazione teologica e pastorale ed ha lasciato una impronta indelebile nella vita di tante persone, soprattutto giovani. L’intuizione delle Giornate Mondiali della Gioventù ha segnato una vasta epoca di adesione alla fede e di cammino in tutte le parti del mondo di tanti giovani affascinati dalla sua personalità e dalla sua santità. I suoi insegnamenti che applicano il Vaticano II continuano ad essere luogo di formazione ed esempio di completezza conoscitiva del mistero di Dio e di una autentica devozione a Maria. P. Angelo Sardone

Altamura (Bari): Il cammino di formazione e di adorazione eucaristica 2022-2023

E’ stato reso noto oggi il Programma del Cenacolo Vocazionale dell’Unione di Preghiera per le Vocazioni di Altamura, per il corrente anno sociale 2022-2023. Il Cenacolo è costituito da oltre un centinaio di persone di tutte le età che mensilmente prendono parte al cammino formativo, all’adorazione eucaristica ed alle varie altre iniziative. Un sentito ringraziamento ai coniugi Nella e Carlo Genco per la loro sollecitudine e la passione carismatica con la quale da oltre 25 anni dirigono ed organizzano questo cammino formativo che risponde alle idealità di S. Annibale Maria Di Francia e si inquadra nel Settore del Rogate della Congregazione dei Rogazionisti e della Provincia S. Annibale ICS. P. Angelo Sardone

Consapevolezza della chiamata

«Comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto» (Ef 4,1). L’accorata esortazione di S. Paolo rivolta ai cristiani per un comportamento degno della vocazione ricevuta, è un autentico programma di vita. La competenza che gli viene dall’esercizio della predicazione pluriennale col corredo della sofferenza, dei travagli sofferti per Cristo dal quale gli proviene la sapienza e la profonda conoscenza del mistero, gli permette di essere davvero un maestro della fede. Il comportamento sociale e religioso di chi crede deve essere lo specchio della vocazione cristiana ricevuta col Battesimo. Gli elementi determinanti ed efficaci perché sia all’altezza della situazione sono l’umiltà, la dolcezza, la magnanimità nella loro pienezza virtuosa, unite alla sopportazione ed alla custodia dell’unità e della pace. Tutto questo ha senso guardando l’unità specificata nell’unico Padre, nell’unica fede, nell’unico Battesimo, nell’unico corpo e medesimo Spirito. Questi toni sono di attualità sorprendente perché, mentre delineano i parametri antichi e sempre nuovi di una corretta impostazione di vita cristiana, determinano gli elementi essenziali e costitutivi dell’identità e della vita stessa della Chiesa. A fondamento ci deve essere sempre la consapevolezza di aver ricevuto una vocazione, la chiamata cioè ad essere nuovo popolo di Dio che si specifica nella santità del cammino e nell’orientamento della vita, fondato sugli elementi e principi evangelici che regolano un retto operato anche nella società. Probabilmente siamo ancora distanti da queste indicazioni oggi che vige anche il «fai da te» nella pratica autentica della vita cristiana. P. Angelo Sardone.