I santi martiri vietnamiti

«Allora l’angelo mi disse: scrivi: Beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello!» (Apc 19,9). Il giudizio sulla città di Babilonia si compie con la sua distruzione. Nella visione mistica, Giovanni evangelista, profeta e veggente, vede la città ridotta ad un cumulo di rovine, rifugio di demoni e carcere di spiriti, uccelli ed animali impuri. Il castigo si riversa in proporzione alle scelleratezze. Il premio è espresso con l’invito a sedersi alla mensa delle nozze dell’Agnello, una allegoria nuziale che evoca l’amore grande di Dio con la sua nazione santa. Le porte della sala nuziale si sono spalancate per i santi Andrea Dung-Lac, prima catechista e poi sacerdote, e circa 130 mila fedeli vietnamiti, uccisi in odio alla fede tra il 1645 ed il 1886. Di essi 117 (8 vescovi, 50 sacerdoti, 59 laici tra cui medici, militari, padri di famiglia, una madre di famiglia, 75 morti per decapitazione, 22 per strangolamento, 6 bruciati vivi, 5 lacerati nelle membra del corpo, 9 carcerati e torturati), furono canonizzati da S. Giovanni Paolo II, e dichiarati Patroni del Vietnam. Si rileggono così pagini mirabili dell’Apocalisse che presentano i veri vincitori della bestia, le anime innumerevoli di martiri e di Santi che hanno seguito in terra l’Agnello ed ora cantano le lodi senza fine. Ad essi è riservato un ennesimo «macarisma», cioè la beatitudine messianica per essere stati invitati alle nozze di Cristo, Agnello senza macchia. Esse non sono altro che l’incontro di Cristo sposo, con la Chiesa sua sposa, il traguardo della storia ed il destino dell’uomo. È necessario cominciare a conoscere e rendersi consapevoli di queste realtà di natura mistica, per prepararsi ogni giorno alla conclusione della vita ed all’accesso al banchetto del cielo. P. Angelo Sardone