L’organizzazione strutturale della Chiesa a Creta

«Ti ho lasciato a Creta perché tu metta ordine in quello che rimane da fare e stabilisca alcuni presbìteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato» (Tt 1,5). Tra i discepoli ed i collaboratori più fidati di cui Paolo si circondò c’è Tito. L’ebbe compagno nel viaggio a Gerusalemme partecipe con lui al primo Concilio e lo inviò a Corinto per una delicata missione e per la colletta per i poveri. Era figlio di genitori pagani e forse fu battezzato dallo stesso Paolo che lo chiama “figliolo verace”. A lui l’Apostolo indirizzò una lettera, detta “pastorale”, per i contenuti propri dell’impronta organizzativa delle Chiese dei primi tempi. Paolo lo lasciò nell’isola di Creta per completare con ordine la sua azione evangelizzatrice ed avviare una struttura gerarchica stabilendo in ogni città il gruppo dei presbiteri, gli anziani, o notabili, perché fossero insigniti della dignità di capi. Fa legge l’istruzione ricevuta direttamente da Paolo. Il primo impianto organizzativo delle Chiese è frutto senz’altro degli Apostoli, in particolare di Paolo: si devono a lui le diverse istruzioni che con gradualità assurgeranno a valore di leggi, realtà che si è pianificata nella vita della Chiesa. I successori degli apostoli, i vescovi, ancora oggi trasmettono la funzione ministeriale in grado subordinato ai presbiteri, cioè i sacerdoti, per l’assolvimento retto della missione apostolica affidata da Cristo (PO, 2). Essi sono consacrati interamente all’opera per la quale sono stati assunti dal Signore, testimoni e dispensatori di una vita diversa da quella terrena, non conformati al secolo presente. Dobbiamo continuare a camminare nella retta comprensione di queste fondamentali realtà, noi presbiteri per primi ed anche il popolo di Dio! P. Angelo Sardone