La morte di Assalonne figlio di Davide

«Figlio mio Assalonne! Fossi morto io invece di te, Assalonne, figlio mio, figlio mio!» (2Sam 19,1). Tra i diversi figli che Davide ebbe, ne spiccava uno, Assalonne, il cui nome significa “il padre, cioè dio, è pace”. Era figlio di Macha figlia del re di Geshur. La Scrittura attesta che era molto lodato per la sua bellezza. Aveva ucciso il fratellastro Amnon che aveva violentato sua sorella Tamar. Per questo era fuggito dagli occhi del padre. Pur essendo stato perdonato aveva cominciato a coltivare ambizioni regali fino ad intentare una campagna offensiva nei confronti di Davide, autodichiarandosi re ad Ebron. Ciò dimostra la particolare situazione ambientale della famiglia di Davide, conseguenze della poligamia e lo scarso sforzo del grande re per guidare i suoi figli che manifestano la mancanza del senso del dovere. La rivolta di Assalonne metteva in effetti in evidenza lo scontento nei confronti del governo del padre. La battaglia divenne guerra aperta: nella foresta di Efraim si scontrarono gli eserciti di Davide e di Assalonne. Il giovane fu sconfitto e, malgrado il padre avesse chiesto che non gli fosse fatto alcun male, mentre fuggiva sopra un mulo, a causa della folta capigliatura rimasta impigliata tra i rami di una quercia, era rimasto appeso all’albero finchè Joab, capo delle forze di Davide non lo uccise. Enorme fu il dolore di Davide. La storia biblica spesso si ripete nella storia odierna laddove tanti padri pur essendo stati avversati dai figli con comportamenti scorretti se non ostili e denigranti, li piangono comunque, vittime del proprio orgoglio e della loro inopportuna ostinazione. P. Angelo Sardone