S. Giovanni, acuto e profondo evangelista

«Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché voi siate in comunione con noi» (1Gv 1,3). L’Ottava del Natale è caratterizzata dalla celebrazione liturgica memoriale di alcuni Santi che hanno avuto a che fare direttamente con Gesù e col suo mistero. Dopo S. Stefano, S. Giovanni Evangelista, detto così per distinguerlo dal precursore di Cristo, Giovanni Battista. Fa parte della schiera dei dodici scelti da Gesù per essere i suoi più fidati collaboratori, apostoli, cioè inviati a predicare il Vangelo del Regno dopo la risurrezione. L’attestazione evangelica lo presenta pescatore nel mare di Galilea insieme con suo fratello Giacomo ed il padre Zebedeo. Entrambi, insieme con Pietro furono coinvolti direttamente da Gesù in alcuni avvenimenti importanti narrati dai Vangeli. L’Evangelista Giovanni, di una intelligenza penetrante della parola di Dio, dopo S. Paolo, è lo scrittore più fecondo del Nuovo Testamento, autore del quarto vangelo, il più teologico, rivelatore delle misteriose profondità del Verbo, lo scritto profetico dell’Apocalisse e tre Lettere ai primi cristiani. La sua prima Lettera sottolinea la comunione con Dio come “ontologica relazione vitale” (Fuillet) che ha origine dalla conoscenza di Dio e si attua con l’osservanza dei comandamenti. La sua testimonianza è veritiera perché intende comunicare quello che ha visto, sentito, toccato con le sue mani, perché si sviluppi una piena comunione con Dio e con i fratelli. L’incarnazione di Cristo ha comunicato la vera vita cristiana. P. Angelo Sardone