Vigilia di Natale

«Io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio» (2Sam 7,12-14). Le profezie messianiche sono esplicite e si concretizzano attraverso i passaggi storici e teologici con alcuni personaggi biblici. È interessato particolarmente il grande re e profeta Davide, dalla cui discendenza viene Gesù. Il suo vivo desiderio di costruire una casa al Signore, perché vi abitasse, viene incalzato dall’iniziativa di Dio che, tramite il profeta Natan, gli comunica che sarà Jahwé stesso a costruire a lui una casa: susciterà infatti un suo discendente, lo farà re e renderà stabile il suo regno. Ma soprattutto gli sarà Padre ed egli gli sarà Figlio. È la prima chiara espressione del messanismo regale: ogni re sarà un’immagine imperfetta del re ideale che verrà. Il mistero del Natale si concentra in questo alto valore teologico e storico che adempie le attese di millenni e si pone in continuità con quanto sin dagli inizi il Dio dei Padri aveva comunicato al suo popolo in vista della venuta del Salvatore. Ciò che l’uomo desiderava fare per Dio edificandogli una casa, lo fa Dio stesso non con un luogo ma con una persona, il suo stesso Figlio che diventerà con la nascita umana, la presenza di Dio nel mondo. Essa sarà prima fisica fino alla risurrezione e poi in corpo, sangue anima e divinità nel sacramento e mistero dell’Eucaristia. Bisogna ritornare alla considerazione del mistero del Natale secondo l’ottica cristiana del primo Millennio per non lasciarsi sopraffare da un Natale materiale e consumistico, di stucchevole buonismo che si amalgama con leccornie varie e talora è scevro di atteggiamenti di vera carità e sincera accoglienza. Buona vigilia di Natale. P. Angelo Sardone