Nulla è impossibile a Dio!

«C’è forse qualche cosa d’impossibile per il Signore?» (Gen 18,14). Alle querce di Mamre il Signore ha un importante appuntamento con Abramo. Gli si manifesta sotto le sembianze di tre uomini che sono da lui accolti con grande premura e generosità. Le regole del costume sociale impongono al patriarca una accoglienza speciale fatta di attenzioni e cortesie mentre Sara, per ordine suo prepara loro da mangiare. Il testo riportato dall’autore sacro si esprime coi termini al singolare: sono tre gli uomini, ma il dialogo si svolge con una sola persona. In questo tratto biblico spesso gli esegeti hanno intravisto la Trinità, o anche Dio e due Angeli (Gen 19,1). Per dare la ricompensa ad Abramo non solo per l’accoglienza ma soprattutto per la fede dimostrata, Dio promette che Sara, sua moglie, pur avanti nell’età, l’anno successivo partorirà un figlio. Sara nascosta dietro la tenda ascolta tutto e considerando la sua età non più florida, avvizzita ed incapace di provare piacere con suo marito anche lui vecchio, ride. Ripresa dal Signore, ella nega per vergogna o confusione. Ma Dio le conferma che diventerà madre perché a Lui nulla è impossibile. Queste stesse espressioni saranno riproposte nell’annunciazione a Maria, quando l’angelo Gabriele ribadirà alla fanciulla di Nazaret che Dio può davvero fare tutto. Il dono della maternità è appartiene a Dio. Ciò è significativo soprattutto oggi, quando sembra che non solo a Dio ma anche all’uomo tutto è possibile. Dio sovverte la natura per il bene ed in vista del bene. Non sempre è così per l’uomo: talora egli si rende responsabile di azioni nefaste quando approva e sostiene come leciti e normali, comportamenti e scelte immorali, anche contro la natura. P. Angelo Sardone

Sara partorirà un figlio

«Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e lo chiamerai Isacco» (Gen 17,19).

Dopo aver confermato la sua alleanza con Abram, il Signore gli chiede di camminare in maniera integra, cambia il nome a lui ed alla moglie ad indicare l’inizio di una nuova identità di vita e gli dà rassicurazioni chiare e vincolanti per la sua vocazione e missione. È umanamente difficile che un uomo a cento anni diventi padre ed una donna a novant’anni partorisca un figlio. Ma a Dio tutto è possibile e questa certezza si concretizza nella storia che vedrà Abramo padre di una moltitudine. La sterilità ed il desiderio di diventare madre da parte di Sara viene momentaneamente compensata dalla nascita di Ismaele, figlio di Abramo, dalla sua schiava Agar. Ma ora l’intervento del Signore è risolutorio ai fini della discendenza annunziata come cosa strepitosa e fuori di ogni norma: numerosa quanto le stelle del cielo e la sabbia del mare. In Isacco che nascerà da Sara, saranno confermate le promesse di Dio con una alleanza perenne per essere in assoluto il suo Dio. La circoncisione di ogni maschio sarà l’espressione visibile dell’alleanza. Il rito di iniziazione che ha un significato religioso o magico a seconda delle credenze dei popoli dell’antichità, diviene il segno di un patto e di una catena vincolante di Abramo con Dio. Il dono di un figlio a Sara, pure in una situazione di assoluta impossibilità per la mente e l’azione umana, è il compenso che Dio dà al desiderio più profondo della donna, espressione della sua primaria vocazione: la maternità. Dio, dispensatore della vita, sa come e quando essa deve annidarsi nel grembo di una donna che Lui rende fecondo. P. Angelo Sardone