Peregrinatio di S. Annibale M. Di Francia a Banzi (Pz)

Dal 5 al 9 luglio 2023 si è svolta a Banzi (Pz) nella parrocchia di S. Maria appartenente alla diocesi di Acerenza (Pz) la PEREGRINATIO delle reliquie di S. Annibale M. Di Francia. L’iniziativa caldeggiata dal presidente degli Ex-Allievi Rogazionisti della sezione di Trani, il dr. Luigi Vallone, ha finalmente realizzato il desiderio e la stimolazione più volte espressi da P. Angelo Sardone, animatore provinciale dell’Unione di Preghiera per le Vocazioni. La peregrinatio è un ottimo mezzo per diffondere la conoscenza della preghiera e dell’azione per le vocazioni attraverso la testimonianza concreta della vita e dell’opera di S. Annibale. La disponibilità del parroco don Vincenzo Agatiello e dell’amministrazione comunale, nonché la collaborazione attiva di Annamaria e Franchino, ex-allievi locali, sono stati elementi preziosi per la realizzazione di una mini missione, efficace e coinvolgente. Le foto documentano l’itinerario e le attività delle quattro giornate.

Giuseppe di Egitto

«Io sono Giuseppe, vostro fratello, quello che voi avete venduto sulla via verso l’Egitto. Non vi rattristate e non vi crucciate: Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita» (Gn 45,5). La mancanza di grano nella terra di Canaan costrinse Giacobbe a mandare i suoi figli in Egitto per comprarvene. Il viaggio, la permanenza, la richiesta, assumono tutti i contorni di una sceneggiatura drammatica, soprattutto per il fatto che Giuseppe era stato incaricato della vendita. Sin dal primo impatto con i fratelli, egli li riconobbe e giocò in maniera astuta le sue carte non tanto per umiliarli e per far loro pagare l’oltraggio che aveva ricevuto, ma per farli ravvedere e purificarli da quell’orrendo delitto che avevano compiuto. Il povero padre, infatti, lo credeva sbranato da una bestia feroce, mentre invece in Egitto, per il dono ricevuto da Dio di saper interpretare i sogni e condurre un’amministrazione saggia e matura, Giuseppe dominava senza contrasto alcuno. Accertatosi che il padre era ancora in vita e con lui anche il fratello più piccolo Beniamino, dopo averli forniti di grano li rimandò indietro intimando loro di condurre da lui l’ultimo fratello. Così avvenne. Ancora una volta infierì contro di loro: fece inserire nascostamente in un sacco di grano la sua coppa d’argento ed il denaro che avevano versato per l’acquisto del grano e mentre erano sulla via del ritorno li fece rincorrere accusandoli di essere ingrati e ladri. Alla fine si fece riconoscere. Il tono patetico ed avvincente del racconto tocca qui il suo culmine di emozione e coinvolgimento perché rivela il vero motivo per il quale Giuseppe era stato venduto e finito in Egitto: perché avessero salva la vita. P. Angelo Sardone