Le perplessità ed i timori del profeta Daniele

«Mi sentii agitato nell’animo, tanto le visioni della mia mente mi avevano turbato» (Dan 7,15). Le stupefacenti visioni di Daniele sono un presagio dei tempi futuri. Nella sua grandezza e misericordia Dio rivela tramite il profeta gli avvenimenti che seguiranno, con un linguaggio difficile da comprendere. Nell’antico come nel nuovo Testamento, particolarmente con l’evangelista Giovanni autore dell’ultimo libro della Sacra Scrittura, l’Apocalisse, sono rivelati in forma misteriosa e difficile da comprendere i tratti storici che hanno segnato e segnano tuttora le vicende umane. Il linguaggio arcaico con la visione delle bestie orribili, tenta di tradurre con immagini umane i tratti storici che si alterneranno e le vicende legate a re e regni particolari che hanno segnato e segneranno il destino dell’uomo. Tutto questo desta nel cuore del giovane profeta tanto sconforto ed agitazione fino al turbamento. Pur essendo dotato di poteri particolari di interpretazione, egli stesso necessita di una spiegazione plausibile che chiede al vegliardo. Ogni drammatica situazione secondo le varie epoche storiche necessita di una lettura ed interpretazione adeguata perché l’uomo non si abbandoni solo a fosche tenebre di buio, ma si apra alla speranza che anche in mezzo alle circostanze più scabrose della vita e dei tempi, tutto si risolve sempre alla luce di Dio che conduce la storia e che afferra l’uomo per mano per condurlo a salvezza. P. Angelo Sardone