Ad majorem Dei gloriam

La semina del mattino
29. «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi?» (Mt 13,54).
L’osservazione fu sollevata con meraviglia a Nazaret ad indirizzo di Gesù dai suoi paesani scandalizzati dal linguaggio e dalla autorità con la quale Egli parlava. Lo avevano sottovalutato, pensando di sapere tutto di Lui, della sua casa, dei suoi parenti: era in fondo il figlio di un semplice falegname. Invece rimasero sconvolti dinanzi a tanta capacità, profondità di parola e strepitosi prodigi che però Gesù non fece lì perché si sentì disprezzato nella sua stessa casa. Un metodo per cercare e trovare, capire e rispondere alla sapienza del Nazareno, lo ha approntato e vissuto S. Ignazio di Loyola (1491–1556), il Fondatore della Compagnia di Gesù (i Gesuiti) soprattutto attraverso la pratica degli Esercizi Spirituali. Essi sono un «modo di esaminare la coscienza, meditare, contemplare, pregare oralmente e mentalmente ed altre attività spirituali, per preparare e disporre l’anima a togliere da sé tutti i legami disordinati e cercare e trovare la volontà divina nell’organizzare la propria vita per la salvezza dell’anima». E’ un intenso programma, un pellegrinaggio spirituale interiore che parte da una confessione generale. La sua vita da cavaliere, il temperamento focoso ed irrequieto cambiarono quando, ferito ad una gamba, lesse e meditò la vita di Cristo e di alcuni Santi. Passò allora a servire Cristo procurando di fare tutto «per la maggiore sua gloria». La Compagnia è diventata una palestra di santità e dottrina. P. Angelo Sardone