Maria, madre Addolorata

Siamo nati da una donna. Quando è sbocciata la nostra vita in lei, è diventata madre ed il suo grembo, sorgente, custodia della vita e tabernacolo santo. Siamo cresciuti nelle sue acque primordiali alimentati dalla sua stessa vita, dal suo sangue, coccolati dalle sue emozioni, fortificati dalla tenerezza e ricchezza dei suoi sentimenti, custoditi con premurosa attenzione, preservati amorevolmente da ogni contagio. Il suo cuore ha pulsato in sincronia col nostro cuore. Dal grembo di un’altra madre, la Chiesa, nelle acque del Battesimo siamo stati generati ad una vita nuova, “immessa per Cristo in Dio” e purificati dalla colpa originale. Con la crescita nella vita e nella fede abbiamo scoperto e beneficiato della presenza di una terza madre, la Vergine santa, Maria di Nazaret. “Novella Eva”, da Dio è stata resa due volte madre: quando ha generato Gesù alla vita umana, quando dal suo Figlio, nell’atto supremo dell’offerta sacrificale e della morte cruenta, è stata costituita ed indicata vera “madre di tutti i viventi”. Col dolore del parto siamo nati alla vita; sotto la croce di Cristo, mistero di redenzione e principio di vita eterna, la madre Addolorata e Desolata, per volere del Figlio, ci ha assunto come figli di una nuova umanità. Il dolore per il peccato del mondo che continua a lacerare il corpo immacolato del Figlio Gesù e ad appesantire il suo braccio santo, è da Lei alleviato mediante la materna intercessione e l’incessante premura con la quale invita tutti a “fare tutto ciò che Egli ci dice”. Cura le nostre ferite col balsamo profumato del suo amore, e, soprattutto nel tempo dell’angustia, sorregge la nostra speranza, alimenta la fiducia nella salvezza ed invoca per tutti perdono e misericordia. Sperimentiamo l’efficacia della sua mediazione e la grazia della sua presenza nella nostra vita, nella misura in cui accogliamo il messaggio di Cristo, e, come Lei, lo meditiamo nel cuore e lo realizziamo giorno per giorno. Un’autentica devozione a Maria passa attraverso una convinta adesione a Gesù Cristo. P. Angelo Sardone