2 novembre, Commemorazione di tutti i fedeli defunti. La liturgia odierna celebra il mistero della morte con tutta la sua portata di sofferenza e di dolore. Essa è la naturale conclusione della vita terrena, falciata dal peccato. La concezione biblica afferma che l’invidia del demonio ha causato questo ultimo segmento di vita che avrebbe il senso cupo della disperazione se non si guardasse alla morte di Cristo: una volta per sempre Egli ha redento il mondo e con la sua morte ha sconfitto il peccato e la morte stessa! La fede garantisce la risurrezione finale; la sofferenza prepara alla gloria senza fine. Il giudizio finale stimola ad operare il bene secondo il Vangelo, vedendo Gesù in ciascuno, soprattutto svantaggiato. Le anime dei defunti sono nelle mani di Dio: Egli asciuga ogni lagrima dagli occhi e promette la beatitudine eterna a chi pratica i suoi precetti. La visita al cimitero è un atto religioso di grande portata evocativa e di somma pietà umana e cristiana. Una foto, un nome, una lapide evocano chi non è più compagno di vita: madre, padre, fratello, sorella, figlio, figlia, nonno, nonna, amico, amica, confratello, consorella. Al dolore si annoda la speranza: se rattrista la certezza della morte, consola la promessa dell’immortalità futura. P. Angelo Sardone