La guerra siro-efraimita ed Isaia

«Il suo cuore e il cuore del suo popolo si agitarono, come si agitano gli alberi della foresta per il vento» (Is 7,2). Il grande profeta Isaia racconta i prodromi della guerra che passerà alla storia come siro-efraimita (731 a.C.) e gli darà la possibilità di pronunziare l’oracolo messianico che coinvolge la giovane donna che partorirà l’Emmanuele. In pratica due re, Resin re di Aram, e Pekach, re d’Israele, volevano coinvolgere il re di Giuda, Acaz, in una guerra contro l’Assiria. A quest’ultimo che aveva subito la marcia bellica dei due re riuscendo a contenerla a Gerusalemme, il Signore manda Isaia per tranquillizzarlo e non tenere conto dei due, avanzi di tizzone fumante, ed a rimanere saldo in Lui. «Fa attenzione, sta tranquillo, non abbatterti»: sono le parole-chiave di una esortazione divina a fronte del sopruso egemonico che è andato a male. Acaz comunque non sarà da meno, avendo chiesto protezione proprio al re di Assiria divenendone vassallo. Nella storia degli uomini si inserisce puntualmente Dio con la sua storia di amore e di lungimiranza in vista del piano di salvezza da realizzare sino alla fine dei secoli. É importante fidarsi di Dio, anche quando sembra che tutto remi contro e le potenze oppressive diventano molteplici e non danno speranza alcuna. Ciò è favorito maggiormente quando la propria coscienza è a posto e non si ha, come nel caso di Acaz, la macchia dell’offerta sacrificale al dio Molok della vita di un suo figlio. La libertà del cuore e la serenità della propria coscienza favoriscono l’accoglienza della sollecitudine amorosa di Dio salvatore. P. Angelo Sardone