Gamaliele il saggio

288. «Se questo piano o quest’opera viene da Dio, non riuscirete a distruggerli. Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio!» (At 5,38-39).

Il coraggioso ed avveduto Gamaliele, un fariseo membro del Sinedrio, stimato dal popolo, uno dei grandi maestri della legge, fa evitare a Pietro ed agli Apostoli seri provvedimenti. Fu maestro di Paolo che studiò alla sua scuola tre o quattro anni. Il suo saggio ragionamento, parte da elementi storici e concreti legati a personaggi noti all’uditorio, Teuda, Giuda il galileo: entrambi avevano creato opinione pubblica guadagnandosi seguaci ma alla loro morte tutto era finito. In pratica affermava che se il movimento avviato da Gesù Cristo con la sua predicazione ed ancora di più con la sua morte e risurrezione fosse stato di natura umana presto si sarebbe disgregato, ma se invece veniva dal cielo, sarebbe inutile resistergli, rischiando addirittura di combattere contro Dio. Il discorso è di una prudenza eccezionale, degno di una persona ricca di umanità e comprensione e segna la condanna degli atteggiamenti agguerriti dei capi giudei. Il Sinedrio accolse il suo suggerimento e si limitò, si fa per dire, a fare flagellare gli Apostoli ingiungendo loro di non parlare nel nome di Gesù e li lasciò liberi. L’opera di Dio non ha pari e col tempo manifesta la consistenza che vince ogni forma di ottusa opposizione a volte proprio da parte dei buoni, ossessionati talora dal giuridismo esasperato della legge. Se una cosa viene da Dio, dura e per sempre. Se proviene dagli uomini, dura quanto una stagione. P. Angelo Sardone