San Lorenzo, i poveri e la graticola

«Ha largheggiato, ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno» (Sal 112,9). Nell’indire la colletta per i poveri di Gerusalemme S. Paolo offre agli abitanti di Corinto una serie di istruzioni che inneggiano alla generosità ed alla larghezza. A prova di ciò evoca lo scarso raccolto per chi ha scarsamente seminato e ribadisce l’amore preferenziale che Dio ha per chi dona con gioia. Dio infatti è grande nell’amore, dà ai poveri con abbondanza: come non fa mancare il seme ed il pane per il nutrimento, così fa crescere i frutti della giustizia che rimane per sempre. S. Lorenzo, diacono della Chiesa di Roma era solerte e generoso amministratore dei beni verso i poveri. Il Prefetto romano che credeva che la Chiesa avesse ricchezze ingenti da confiscare, viene confutato e contraddetto dal diacono che presentatosi davanti a lui gli mostra la vera ricchezza ed i veri tesori di Roma: i poveri, i malati e gli emarginati. Ciò gli causa il martirio, che secondo l’antica tradizione attestata da sant’Ambrogio, lo consumerà “bruciato sopra una graticola”, il 10 agosto del 258. La sua tomba è venerata a Roma nell’omonima basilica al Verano. La tradizione sociale evoca in questo giorno il fenomeno diffuso delle stelle cadenti, che rappresenterebbero le lacrime del Santo nel suo supplizio, che vagando nei cieli scendono sulla terra in questo giorno, o anche i carboni ardenti sui quali si consumò il suo martirio. Graticola e borsa col denaro per i poveri sono gli elementi che qualificano l’identità del santo Lorenzo. La Tradizione lo vuole patrono dei cuochi e dei pompieri. Auguri a tutti coloro che portano questo nome. P. Angelo Sardone