S. Francesco il poverello

La semina del mattino
94. «Chi è onorato nella povertà, quanto più lo sarà nella ricchezza!» (Sir 10, 31). La povertà è uno stato di indigenza e di precarietà che non consente la soddisfazione dei bisogni, anche quelli fondamentali e servizi di ordine sociale, politico e culturale. Nella storia del Cristianesimo è stata data sempre grande importanza al valore della povertà praticata sin dai tempi antichi nella Chiesa di Gerusalemme (At 4, 32-35), guardando a Cristo, che da ricco che era, si fece povero per amore nostro, per farci ricchi con la sua povertà (2 Cor 8,9). Chi segue Lui cerca anzitutto il regno di Dio e vi trova un più valido e puro amore per aiutare i suoi fratelli e realizzare, con l’ispirazione della carità, le opere della giustizia (GS 72). L’odierna festa di S. Francesco d’Assisi (1182-1226), evidenzia la ricchezza della grazia di Dio ed esalta il valore evangelico della povertà che rende puri di cuore e liberi di amare. Icona di Cristo crocifisso, cultore e propagatore della pace, cantore del creato, immerso nell’azione tanto quanto nella contemplazione, Egli invita ad essere umili, poveri, semplici e puri. Il corpo piagato dalle stigmate, il desiderio di salvezza dei non credenti, l’amore alla natura ed alle creature, ne fa un riferimento assoluto ed un modello dì santità per ogni tempo. La sua scelta radicale della povertà induce ancora oggi tanti, uomini e donne, a seguirne le orme sulla strada dei consigli evangelici e della santificazione, avendo di mira la salvaguardia del creato, la predicazione della Parola di Dio, la condivisione con i poveri in “perfetta letizia”. Questa è una vera ricchezza! P. Angelo Sardone