S. Alfonso, grande amante dell’Eucaristia e della Madonna

«Il profeta che profetizza la pace sarà riconosciuto come profeta mandato veramente dal Signore soltanto quando la sua parola si realizzerà» (Ger 28,9). Il conflitto non di interessi ma di formulazione dell’autentica verità si genera anche nei contesti religiosi. Dietro vaticini e profezie più o meno allettanti, si può nascondere la menzogna di persone non inviate da Dio, ma succubi di se stessi e del proprio orgoglio. E’ capitato a Geremia nei confronti di Anania, profeta di Gabaon che aveva illuso il popolo paventando il ripristino della libertà e del Tempio dopo la distruzione operata da Nabucodonosor. A seguito del diverbio Anania muore mentre Geremia continua il suo ministero: da vero profeta, richiamando la realtà del peccato, aveva profetato la sventura. Il testo biblico è proclamato oggi nella memoria del grande vescovo e dottore della Chiesa S. Alfonso M. de’ Liguori (1696-1787). Esperto di filosofia e diritto, avvocato di grido a Napoli, divenne sacerdote a 30 anni, lasciando il foro invischiato di falsità e corruzione per dedicarsi alla causa dei poveri dei quartieri bassi della città partenopea. Nelle missioni popolari fu per lui determinante l’incontro con i pastori della zona montagnosa di Amalfi, che, abbandonati umanamente e religiosamente a se stessi, necessitavano di formazione e guida spirituale. Con alcuni seguaci fondò la Congregazione del SS.mo Redentore, i Redentoristi, per dedicarsi alla predicazione, prediligendo il settore morale della teologia, per il quale ancora oggi è ricordato come maestro. I grandi amori per l’Eucaristia e la SS.ma Vergine Maria coronano la sua dottrina per la scia di seguaci innumerevoli anche santi. Dinanzi all’esasperante relativismo morale odierno, la sua testimonianza ed i suoi insegnamenti sono un sicuro punto di riferimento. P. Angelo Sardone