L’anticristo e la fine

«È giunta l’ultima ora. Molti anticristi sono già venuti. Da questo conosciamo che è l’ultima ora» (1Gv 2,18). L’argomento centrale della Prima Lettera di Giovanni è il combattimento all’anticristo ed ai suoi emissari, i maestri dell’errore, gli eretici che insegnano che Gesù non è il Figlio di Dio. L’espressione giovannea “dell’ultima ora”, indica gli ultimi tempi, quelli escatologici, dell’ultima venuta di Cristo. È significativo che l’ultimo giorno dell’anno, tempo di verifica e di proiezione prospettica nel nuovo anno, la liturgia proponga alla riflessione ed alla preghiera un tema così importante. La venuta dell’anticristo, o meglio degli anticristi, si è realizzata e continua nella storia con sistematicità, e ciò è il segno della fine. Molti eretici e scismatici sono usciti dalle stesse file dei cristiani, dalla Chiesa, ma al dire di S. Agostino, essi non appartenevano alla Chiesa, non erano radicati e fondati nella verità; non sarebbero usciti se fossero stati veramente “dei nostri”. Il pericolo più grande, a suo dire, è dato dal fatto che molti ancora ce ne sono nella Chiesa che “pur non essendo ancora usciti sono degli anticristi”, cioè avversari di Cristo. Ciò se provoca dolore da una parte, dall’altra rende consapevoli che non “erano dei nostri”. Chi non è contrario a Cristo non esce dalla Chiesa, perché è unito al suo corpo. Gli anticristi sono come gli umori cattivi che il corpo espelle naturalmente. Queste grandiose verità sono di una attualità sorprendente e coinvolgente. L’anno che si chiude interpella ciascuno per una revisione seria e matura e per una scelta personale futura da operare nella verità. Buona fine dell’anno nella gratitudine a Dio di ogni dono e nella prospettiva di rimanere fondati nella verità e nell’obbedienza alla fede. P. Angelo Sardone