La sapienza e la preghiera

«Prima di andare errando, ricercai assiduamente la sapienza nella mia preghiera» (Sir 51,13). Il Libro del Siracide si conclude con un inno di ringraziamento ed una preghiera di lode, un poema scritto in versi secondo l’ordine alfabetico ebraico sulla ricerca della Sapienza. Ciò conferma il grande interesse dell’autore sacro nel riflettere e parlare della preghiera sapendo bene che “ogni sapienza viene dal Signore”. La vera sapienza viene da Dio, anzi è lo stesso Dio: la si trova ed acquisisce nella preghiera. I personaggi antichi della storia sacra con la loro esperienza orante sono la dimostrazione chiara che l’invocazione al Signore è efficace in ogni modo ed in ogni caso. La preghiera, prima di ogni cosa, dà lode a Dio, esprime l’ammirazione per la sua opera, nonostante l’incapacità umana a comprenderla. Essa è all’origine stessa della sapienza e si realizza in una ricerca continua che coinvolge tutto il corpo, si esprime con una lingua adatta e capace a lodare e benedire. Chi crede non si sente mai abbandonato quando si rivolge a Dio con fiducia. La ricerca e l’espressione della preghiera comincia già nell’età giovanile quando il piede si incammina per la via onde seguire la traccia della sapienza: con essa si fanno progressi e da essa si ricava un insegnamento abbondante da mettere in pratica per rimanere zelante nel bene senza vergogna. Quando l’anima si rivolge alla sapienza, la trova con facilità nella purezza. Il testo sottolinea infine l’importanza della mediazione sacerdotale: il maestro di sapienza deve fondersi con l’uomo di preghiera. Non è sempre facile trovare un vero sapiente la cui vita sia espressione di un’unione intima e profonda con Dio e sia essa stessa preghiera! P. Angelo Sardone