«Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà» (Es 17,6). Una delle sofferenze maggiori affrontate dal popolo di Israele all’uscita dall’Egitto fu la mancanza di acqua. Il cammino nel deserto rese ancora più necessario il grande elemento di natura indispensabile per vivere. Già gli antichi filosofi avevano sentenziato che l’acqua è il principio costitutivo di tutto. L’intera natura, le piante, gli animali e gli esseri umani sono costituiti in massima parte di acqua. Di qui la necessità di essere costantemente dissetati da questo bene senza il quale non c’è vita. Per quanta riserva potevano aver portato con sé gli Israeliti e per ciò che trovavano lungo la strada nel deserto, l’acqua risultava insufficiente. La cosa si aggravava ancora di più quando le scarse fonti erano disseccate e non bastavano per gli uomini e per gli animali. La preghiera a Dio diventava allora rivolta anche contro Mosè reo di aver condotto il popolo nel deserto. L’intervento di Dio diviene allora pedagogico e risolutorio. Dopo la manna e la carne, arriva prodigiosamente l’acqua. Dio ordina a Mosè di battere sulla roccia e da essa scaturisce acqua fresca e sufficiente. L’accanita protesta contro il Signore e la addolorata coscienza di Mosè nel rivoltarsi contro Dio, trova la miracolosa soluzione. L’acqua sarà anche oggetto di predicazione da parte di Gesù ed elemento identificativo della sua persona: io sono l’acqua della vita. Attingere da Gesù significa avere la certezza della vita e la garanzia di non avere più sete. La Samaritana prima stentò, poi comprese. L’acqua di Cristo oggi si chiama grazia che scaturisce direttamente dal suo cuore amorevole e dai sacramenti che ne sono i segni efficaci. P. Angelo Sardone
[10:08, 12/3/2023] Angelo Sardone: In questa III domenica di Quaresima, dominata nella Liturgia dal segno dell’acqua, condivido con te una canzone che ho scritto il 1992 sul tema omonimo. Appena scritta di getto, la registrai con i mezzi tecnici di cui disponevo allora. Spero possa esserti utile per la riflessione e la lode al Signore. Un caro saluto. P. Angelo Sardone