La grande preghiera del re Salomone

«Ascolta la supplica del tuo servo e del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo» (1Re 8,30). Per il cristiano la Bibbia è anche un libro di preghiera. In essa, oltre i 150 salmi, nella sequenza dei 73 libri che la compongono, sono spesso riportate preghiere formulate da personaggi diversi fino a Gesù che nel Padre nostro insegna la preghiera che riassume tutto il vangelo. Il caso del re Salomone è uno dei più significativi. Dopo che il Signore con l’Arca dell’Alleanza prese possesso del tempio e dopo che il re ebbe fatto un discorso appropriato al popolo, si pose davanti al Signore e di fronte all’intera assemblea di Israele, in modo che tutti potessero vederlo e sentirlo, stese le mani al cielo e cominciò una lunga preghiera personale. In essa, con un passo graduale il re si rivolge a Dio esaltandone il nome unico e grande, la fedeltà all’alleanza, la sua misericordia, la coerenza in tutto. A Lui chiede di tenere gli occhi sempre aperti sulla sua casa, il tempio, e di ascoltare la voce che dal tempio stesso si innalza verso il cielo. Conclude questo primo tratto chiedendo al Signore che dal cielo, luogo della sua dimora, ascolti la voce di questa preghiera sua, del popolo e di quanti dopo di loro pregheranno. È un bellissimo esempio di preghiera, soprattutto perchè formulato da chi, elevato in dignità e responsabilità, porta davanti a Dio insieme con le sue esigenze quelle di un popolo a lui affidato. Questo ministero continua oggi nella Chiesa attraverso la preghiera dei sacerdoti che non solo si fanno modelli per il gregge, ma attraverso la preghiera offrono al Padre il proprio gregge e si offrono al Padre per il gregge. P. Angelo Sardone