La furbizia dell’amministratore

La semina del mattino

128. «Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti» (Lc 16,10). È molto eloquente la conclusione della parabola di Gesù sull’amministratore ingiusto e disonesto che gestisce gli affari del padrone e si rivela autentico sperperatore. Scoperto e minacciato, corre ai ripari perpetrando con frode ulteriori interventi illeciti per accattivarsi l’amicizia ed il favore dei debitori. Singolare è l’atteggiamento del padrone che invece di disapprovare, loda la pur biasimevole ed immorale soluzione, per l’astuta capacità di procacciarsi amici con un’ingiusta ricchezza. Gesù, dopo aver invitato i discepoli ad essere furbi «investendo» le proprie ricchezze nei poveri, e saper trarre anche dal male fatto qualcosa di bene, elogia la fedeltà nelle piccole cose, nella normalità del giorno e nell’ordinarietà della vita. Sono esaltati i valori della retta intenzione, del desiderio di piacere a Dio, di fare ogni cosa con amore e per amore. La fedeltà oltre essere una virtù, è un impegno vincolante basato sulla fiducia. Essa è perseveranza nell’amore e caratteristica dell’amore stesso. Si sviluppa sia nei confronti di Dio che degli uomini con lealtà e coerenza nel mantenere gli impegni presi, tenere saldi i legami, ed è sostenuta dalla forza dell’amore. La fedeltà nel piccolo si riverbera nelle cose grandi. Spesso ci ritroviamo amministratori infedeli, sperperando i doni ed i talenti di Dio, dai più semplici ai complessi, tradendo la fedeltà e l’impegno richiesti nella loro ordinaria amministrazione. La Parola di Gesù rimane pertanto un impegnativo monito per la sistematicità ordinaria di vivere ed agire correttamente. P. Angelo Sardone