La semina del mattino
123. «Beati coloro che muoiono nel Signore» (Apc 14,13). La partecipazione alla celebrazione eucaristica, la visita al cimitero e la sosta dinanzi alle tombe, caratterizzano la memoria annuale del 2 novembre. Il mistero della morte avvolge di fosca luce l’odierna giornata col particolare e sentito ricordo di tutti i defunti. La Chiesa pellegrinante sulla terra vive la comunione nel corpo mistico di Cristo, con coloro che hanno concluso il loro cammino di vita. Da sempre è stata coltivata con grande pietà la memoria dei defunti, poiché «santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati» (2Mac 12,45). È data tanta importanza all’offerta della preghiera di suffragio ed alla celebrazione eucaristica in loro memoria. La creatura umana se da una parte è avvolta nel buio del mistero della conclusione della vita, dall’altra è confortata dalla luce sfolgorante che brilla nella risurrezione dei morti inaugurata da Cristo crocifisso, morto e risorto. Solo la Parola di Dio, con la certezza fondata sulla morte di Cristo e risolta nella sua Risurrezione, riesce ad illuminare e a dare risposte all’esperienza drammatica della morte: i morti sono nelle mani di Dio, non vi è più tormento o sofferenza per loro. Il giudizio finale, a partire dalle beatitudini evangeliche, si baserà sull’amore vissuto nella vita sulla terra nei confronti dei fratelli sfamati e dissetati, accolti e rivestiti, visitati e confortati. Dio che eliminerà la morte per sempre, asciuga ogni lagrima dai nostri occhi. La preghiera sostiene i nostri defunti, li aiuta e rende efficace la loro intercessione in nostro favore. P. Angelo Sardone