Gesù, astro divino

La semina del mattino

172. «O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, sole di giustizia: vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte». 21 dicembre.L’impostazione delle Antifone maggiori è rigorosamente biblica: si tratta di una composizione armonica e conseguente di temi e prospettive messianiche sparse nell’arco della storia di Israele e nei profeti, bagaglio della Chiesa. Oggi ricorre il solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno, nel quale il sole raggiunge il punto di declinazione minima nella sua ellittica. Da oggi il giorno comincia ad acquistare maggiore luce. L’antifona propone tre titoli di Cristo: germoglio, splendore e sole, tutti con precisi riferimenti biblici. Colui che nasce è germoglio (Zc 3,8), o come dice la traduzione greca, astro che sorge. Cristo è l’Astro che sorge da oriente. Egli splende di una luce che non ha fine e ciò è manifestazione della sapienza di Dio (Sap 7,26). Gesù è anche sole di giustizia (Mal 3, 20). Molti Padri della Chiesa hanno dato questa interpretazione e ciò ha permesso la configurazione cronologica del Natale al 25 dicembre, giorno vicino al solstizio d’inverno. Partendo dall’indicazione del popolo che camminava nelle tenebre (Is 9, 1) una delle profezie maggiormente messianiche, l’invocazione chiede a Gesù di illuminare coloro che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte, nell’attesa del Signore che viene a manifestarsi come sole di giustizia e giudice per saggiare il cuore dei fedeli. «Cristo è vero sole e vero giorno» (S. Cipriano). P. Angelo Sardone