Consapevolezza della chiamata

«Comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto» (Ef 4,1). L’accorata esortazione di S. Paolo rivolta ai cristiani per un comportamento degno della vocazione ricevuta, è un autentico programma di vita. La competenza che gli viene dall’esercizio della predicazione pluriennale col corredo della sofferenza, dei travagli sofferti per Cristo dal quale gli proviene la sapienza e la profonda conoscenza del mistero, gli permette di essere davvero un maestro della fede. Il comportamento sociale e religioso di chi crede deve essere lo specchio della vocazione cristiana ricevuta col Battesimo. Gli elementi determinanti ed efficaci perché sia all’altezza della situazione sono l’umiltà, la dolcezza, la magnanimità nella loro pienezza virtuosa, unite alla sopportazione ed alla custodia dell’unità e della pace. Tutto questo ha senso guardando l’unità specificata nell’unico Padre, nell’unica fede, nell’unico Battesimo, nell’unico corpo e medesimo Spirito. Questi toni sono di attualità sorprendente perché, mentre delineano i parametri antichi e sempre nuovi di una corretta impostazione di vita cristiana, determinano gli elementi essenziali e costitutivi dell’identità e della vita stessa della Chiesa. A fondamento ci deve essere sempre la consapevolezza di aver ricevuto una vocazione, la chiamata cioè ad essere nuovo popolo di Dio che si specifica nella santità del cammino e nell’orientamento della vita, fondato sugli elementi e principi evangelici che regolano un retto operato anche nella società. Probabilmente siamo ancora distanti da queste indicazioni oggi che vige anche il «fai da te» nella pratica autentica della vita cristiana. P. Angelo Sardone.