Caterina da Siena, santa di sorprendente attualità

Santità e dottrina sono elementi che qualificano, caratterizzano e sublimano la vita umana come riflesso della vita divina. Creato ad immagine e somiglianza di Dio e redento da Cristo nel mistero della sua morte e risurrezione, l’uomo anela alla santità che lo rende staccato da tutto ciò che è solamente umano e carnale e, alimentato dalla sana dottrina frutto della sapienza, lo porta alla perfezione. In questi parametri si inquadra la vita e l’opera di santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa, patrona d’Italia. La sua breve esistenza, 33 anni appena, ha esplicite connotazioni di intensità di vita umana e spirituale, di impegno sociale e civile, di attività culturale ed ecclesiale. La dottrina infusa, l’intraprendenza ed il coraggio manifestati in operazioni di grande portata, la distinguono nel complesso e travagliato panorama sociale ed ecclesiale del suo tempo, e la rendono eccezionale testimone di sapienza e santità. La sua esperienza umana e spirituale è la chiara dimostrazione che le lacune culturali sono colmate in maniera sovrabbondante dalla scienza infusa da Dio e da Lui elargita a seguito di una richiesta orante umile e fiduciosa (Sap 7); che l’amore per Gesù Crocifisso e la Chiesa sono superiori a qualunque altro interesse; che l’ardore e lo zelo apostolico si esprimono con coraggio e senza paura; che la vera santità è «la perfetta unione, sia pure attiva, della nostra volontà con quella dell’Altissimo, per puro amore di Dio e col retto fine di piacere a sua Divina Maestà» (S. Annibale M. Di Francia). Alimentata alle fonti della grazia, della preghiera e dei sacramenti, un’autentica santità apre gli spazi della mente e del cuore ad un’altrettanta unione e solidarietà con gli uomini, ai loro interessi, alle necessità concrete di una società che, soprattutto oggi, sembra voler fare a meno di Dio. Durante la peste, il terribile flagello che il 1375 sconvolse la nobile città di Siena, Caterina visse un rapporto di maggiore intimità ed intensa comunione con Gesù, avvalorato da una partecipazione più diretta, anche se non visibile esternamente, ai dolori ed ai segni della passione. Produsse inoltre un’attività attenta ed intensa verso i poveri, gli ammalati, i carcerati di quel mondo dilaniato da disgregazione e peccato. La sua figura è di sorprendente attualità e di eloquente insegnamento. La sua testimonianza, sulla scorta della Parola di Dio, insegna che la vera comunione con Dio si traduce in generosa comunione con gli altri, purchè ciò avvenga nella verità e non tra le tenebre della menzogna e dell’inganno. Il Signore Gesù che nella sua benevolenza rivela le cose grandi ai piccoli, anche in questo particolare tempo di prova, di oppressione e stanchezza, di lacerazione psicologica, spirituale e relazionale, invita ad andare da Lui, cioè a credere in Lui, a camminare con Lui con fiducia ed abbandono, per trovare ristoro e prendere addosso il suo giogo che, al di là di tutto, si rivela soave, cioè amabile, delicato, persuasivo. P. Angelo Sardone