Vino nuovo in otri nuovi

La semina del mattino

  1. «Nessuno versa vino nuovo in otri vecchi» (Mc 2,22).

Le leggi della natura e dell’esperienza sono precise, pratiche e concrete. Non si può contravvenire ad esse senza incontrare poi difficoltà. Nei suoi insegnamenti molto spesso Gesù ricorre ad esemplificazioni tratte dalla natura per evidenziare grandi verità ed indurre gli ascoltatori a comprendere meglio quanto detto ed agire di conseguenza. La toppa di un vestito nuovo non si applica ad uno vecchio per ripararlo. Gli otri vecchi non sono in grado di accogliere il vino nuovo perché la sua forza li spacca e il vino si perde. È questione di logica ed anche di esperienza. Nella parabola evangelica si intravvede la difficoltà di insegnare e praticare i nuovi insegnamenti di Gesù superando le tradizioni e conoscenze religiose relative all’Ebraismo antico. La vita spirituale deve modellarsi ogni giorno in novità segnate dalla Provvidenza di Dio e dalla corrispondenza effettiva alla grazia. La purificazione della coscienza rende disponibile la propria vita ad accogliere il nuovo, determinato dalla forza stessa di Dio che è forza purificatrice e trainante. È importante predisporre la propria vita all’accoglienza sincera della grazia che si comunica attraverso i sacramenti i cui effetti sono salutari. Ma per poter accogliere la forza da essi sprigionata, occorre innanzitutto sbarazzarsi del vecchio e rendere nuovi gli otri della propria vita, rinnovare cioè mente e cuore per poter far posto al nuovo, simboleggiato dal vino. Come la forza del vino è sprizzante, la grazia di Dio ovunque passa purifica, rinnova, esalta e dà vigore. P. Angelo Sardone