S. Nicola, santo di Oriente ed Occidente

La semina del mattino

157. «Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede» (Is 62,11).

L’iconografia e la statuaria cristiana da sempre raffigurano e presentano S. Nicola di Bari (270-343), uno dei santi più conosciuti e venerati al mondo, con il libro della Parola sormontato da tre palle. Esse rappresentano sacchetti di monete, la dote che, secondo la tradizione, quando era ancora laico avrebbe procurato a tre ragazze povere per il matrimonio, onde sottrarle alla prostituzione cui le aveva indotto il padre per procacciarsi il denaro occorrente. Il suo nome, dal greco, significa “popolo vittorioso”. Fu consacrato vescovo di Myra, eletto dai vescovi dei dintorni della città, secondo una prodigiosa visione di uno di loro, interpretata come volontà di Dio. Probabilmente prese parte al Concilio di Nicea (325) contro le tesi del prete Ario. Alla sua intercessione sono attribuiti numerosi miracoli, come la prodigiosa provvista di grano per gli abitanti di Myra durante la carestia, la liberazione di tre giovani innocenti e tanti altri ancora. Morì anziano nella città che aveva servito con la Parola e la santità di vita. Nel 1087 un gruppo di Baresi, probabilmente per rilanciare il predominio economico della città sponda del Levante, approdò a Myra e si impadronì delle spoglie di San Nicola trafugandole a Bari. Nel 1089 esse furono collocate nella cripta della Basilica omonima che fu elevata in suo onore ed a lui dedicata. Da allora è diventata mèta di pellegrinaggi con una risonanza pressoché universale ed il suo culto è un ponte di collegamento tra l’Oriente e l’Occidente. L’universale sua notorietà è la ricompensa a Lui riservata dal Signore, il premio alla sua vita evangelica e l’onore per tutti quelli che ne sono devoti. Auguri a chi ne porta il nome. P. Angelo Sardone