Oremus pro orantibus

La semina del mattino

142. «Il Signore ha magnificato il tuo nome in tutte le generazioni» (PdG, 7).

Così esclamò il sacerdote del tempio di Gerusalemme quando accolse, baciò e benedisse Maria bambina che aveva compiuto tre anni, ivi condotta da Gioacchino ed Anna per adempiere il voto fatto al Signore. La fece poi sedere sul terzo gradino dell’altare e la rivestì di grazia. Ella danzò con i suoi piedi e tutta la casa di Israele prese a volerle bene. Fu allevata nel tempio del Signore come una colomba, ricevendo il vitto per mano di un Angelo fino a quando compì dodici anni e fu data in custodia a Giuseppe che poi la sposò. Così il testo apocrifo del Protoevangelo di Giacomo, uno scritto del II secolo d.C. narra la Presentazione della beata Vergine Maria, la cui memoria si celebra il 21 novembre. La fanciulla, bellissima, per un dono soprannaturale Immacolata sin dal suo concepimento, viene in maniera del tutto speciale consacrata a Dio nel luogo sacro per eccellenza, per dedicarsi, come altre vergini, alla preghiera ed al servizio di Dio. Nel suo nome e nella sua identità Dio costruisce la dimora eletta per la nascita del Figlio in terra: sacro il tempio, sacro il grembo; riservata la dimora di preghiera, fulgente la grazia accordata per la salvezza dell’umanità; entra piccola al servizio del Signore esce grande ed acclamata per le generazioni future, magnificata dallo stesso Creatore. In questa giornata, per volere di Pio XII, sin dal 1953, si celebra la Giornata pro orantibus: con l’offerta radicale della loro vita, uomini e donne delle comunità monastiche claustrali sono con Maria e come Maria, dedite alla contemplazione, alla preghiera ed al lavoro, per far generare Gesù nelle anime e sostenere il mondo.  P. Angelo Sardone