Le sacre Ceneri

La semina del mattino

230. «Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti» (Gl 2,12). Il cammino della Quaresima in preparazione alla Pasqua, si apre con il rito austero della benedizione ed imposizione delle ceneri. Nel segno e nel gesto liturgico è ricordata la caducità della vita umana, la sua origine e la sua fine, la terra. Unita al segno, secondo l’insegnamento di Gesù, si ribadisce l’ingiunzione a convertirsi e credere al Vangelo in un itinerario di penitenza che segni il ritorno a Dio. Il capo dei fedeli viene cosparso di cenere ad indicare la condizione di fragilità umana e la fine riduttiva del corpo dopo la morte. Il gesto indica anche il pentimento e la ripresa del cammino con un cuore nuovo, purificato. Le ceneri, ricavate dalla combustione dei rami di ulivo adoperati nella Domenica delle Palme dell’anno precedente, hanno il valore simbolico della precarietà e richiamano il senso della penitenza e del ritorno a Dio. In questa circostanza la Chiesa richiede l’osservanza del digiuno e dell’astinenza dalle carni. Il Codice di Diritto Canonico, codice normativo della Chiesa cattolica di rito latino, nei canoni 1249 e 1253, prescrive il digiuno e l’astinenza dalle carni due volte l’anno, il Mercoledì delle Ceneri ed il Venerdì santo. L’obbligo del digiuno che comincia a 18 anni compiuti e termina ai 60 anni incominciati, obbliga a fare un solo pasto durante la giornata, riducendo per quantità e qualità, gli altri pasti. L’obbligo dell’astinenza inizia a 14 anni d’età compiuti. Perché il cristiano sia coinvolto nella totalità di anima e di corpo, il digiuno e l’astinenza devono essere associati alla preghiera, all’elemosina e alle altre opere di carità, parti integranti della prassi penitenziale. Ad essi deve aggiungersi il pentimento sincero delle proprie colpe dalle quali ci si libera con il Sacramento della Riconciliazione. Buon cammino di Quaresima. P. Angelo Sardone