IV domenica di Pasqua. Giornata Mondiale di Preghiera per le vocazioni

IVª di Pasqua, domenica del «Buon Pastore», Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Gesù crocifisso e risorto è “Cristo”, cioè l’unto di Dio e “Kyrios” cioè il Signore. Il primo discorso di Pietro dopo la Pentecoste è una catechesi sul Battesimo, conseguenza dell’accoglienza di questo annunzio. Esso immerge nel mistero della morte di Cristo e dona lo Spirito. La passione di Gesù, senza peccato ed inganno, mite e silenzioso, è, per il popolo errante come pecore ricondotte al loro pastore, esempio e scuola di vita per ottenere la guarigione e la giustizia. Con una similitudine peraltro non compresa dai suoi interlocutori, Gesù descrive il singolare rapporto che ha con le pecore: entra nel recinto per la porta aperta dal guardiano; le chiama ciascuna per nome, le conduce fuori dell’ovile, cammina davanti, ed esse ascoltano la sua voce familiare. Egli è anche e soprattutto “porta” che dà accesso alle pecore, perché è pastore, al contrario dei mercenari che non hanno avuto attenzione né ascolto dalle pecore perchè ladri e briganti. La sua porta è luogo e strumento per la salvezza e accesso sicuro al pascolo fertile e fruttifero ed alla vita donata in abbondanza. Il divino comando di Gesù: «Pregate il Signore della messe perché mandi operai per la sua messe» fu l’uscita “ampia ed immensa” che S. Annibale M. Di Francia, a causa della limitatezza delle sue forze e capacità, dinanzi a milioni di orfani e poveri che si perdono o che giacciono abbandonati come gregge senza pastore, trovò e legò alla vita sua, delle sue Congregazioni, della Chiesa intera. S. Paolo VI il 1964 colse questo intuito e rese esplicito un carisma rimasto quasi nascosto per 19 secoli tra le pagine evangeliche. Questa necessità, questo impegno e zelo, appartengono alla Chiesa intera. P. Angelo Sardone