Il mondo

La semina del mattino

181. «Non amate il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui» (1Gv 2,15). La nuova legge evangelica inaugurata da Cristo è perentoria e per certi versi anche discriminante. L’eco della grotta di Betlemme, colorata di semplicità ed essenzialità, giunge sino ai confini del tempo e dello spazio, facendo risuonare un monito ben preciso: l’amore di Dio non sta nell’amore del mondo e delle sue cose. Questo concetto sarà ripreso da Gesù nella intimità del Cenacolo di Gerusalemme prima della Passione. Sicuramente ciò sconcerta. Perché non amare il mondo quando si vive nel mondo, quando questo elemento è lo spazio nel quale l’uomo è immerso per natura? Occorre comprendere cosa si intende per mondo ed in che cosa si rigetta. Ad una valenza positiva riscontrata nel Vangelo, se ne aggiunge una negativa. In riferimento ad essa il mondo, soprattutto quello contemporaneo, potente e debole, si presenta con enormi squilibri radicati nel cuore dell’uomo, con situazioni a volte drammatiche. Ha uno stile improntato allo spirito di vanità e di malizia che stravolge in strumento di peccato l’operosità umana, ordinata al servizio di Dio e dell’uomo (GS 37). Il mondo deformato dal peccato, è mondanità, quando che rigetta i valori dello spirito, la verità, l’amore, il bene, la giustizia (G. Ravasi). Va avversato la mondanità ed il mondo costituiti da oppositori del Bene, sistematici negatori di ogni valore e, quindi, avversari di Cristo, che pur consapevoli della sua Verità, per interesse proprio o per l’arroganza del potere, sono pronti a rigettarla. Cristo dalla sua croce veglia sul mondo e lo orienta alla piena trasformazione nel suo vero amore. P. Angelo Sardone