Il “grande sconosciuto”

Mattutino di speranza, Sabato 30 maggio 2020.
Per tanto tempo lo Spirito Santo è stato il «grande sconosciuto». Questo rilievo fu fatto da San Josemaría Escrivà (1902-1975), fondatore dell’Opus Dei ed anche dal cardinale belga Léon-Joseph Suenens (1904 –1996) uno dei protagonisti del Concilio Vaticano II. Il teologo svizzero, Hans Urs von Balthasar (1905-1988) vi aggiunse: «Lo sconosciuto che viene oltre il Verbo». Nel corso di questi ultimi 50 anni, grazie alla nuova coscienza pneumatologica nata dal Vaticano II e dai Movimenti ecclesiali che ne fanno specifico riferimento, il santo e divino Spirito è più conosciuto. La terza persona della SS.ma Trinità, uno col Padre e col Figlio come proclamiamo nel Simbolo della fede, è comunione ed amore tra le divine persone, forza, potenza, dono. Per dinamismo delle sue azioni si configura in una serie di simboli: l’acqua nel Battesimo, l’unzione dell’olio nell’iniziazione cristiana e nel sacramento dell’Ordine, (Gesù è costituito “Cristo” dallo Spirito Santo), il fuoco che brucia e trasforma, la nube, la luce, l’ombra che copre la Vergine Maria e la rende Madre di Gesù, il sigillo, il marchio che indica l’effetto indelebile della sua unzione, l’imposizione delle mani nella epiclesi per la consacrazione durante la Messa, il dito di Dio, la colomba che scende su Gesù dopo il suo battesimo. Queste nozioni catechetiche sono i primi elementi per comprendere e valorizzare lo Spirito Santo che abita in noi: «In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17,28). Per tanti cristiani, oggi, purtroppo, vale la stessa espressione di quelli di Efeso al tempo dell’apostolo Paolo: «Non abbiamo nemmeno sentito che esista uno Spirito Santo» (At 19, 2). Lo Spirito che è vita, luce e guida, conferisce sette doni (sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio) e produce nove frutti indicati nella lettera ai Galati: amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Gal 5, 22). Sono spazi di amore e realtà di vita nei quali entrare per lasciarsi dominare dallo Spirito e in Lui camminare. Lo Spirito infatti forgia e custodisce la vita spirituale, mettendola in decisa opposizione ai ben noti desideri della carne (fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; Gal 5,19-21). Possono sembrare realtà di altri tempi, retaggi scolastici del Medioevo, tranelli architettati per tenere sotto scacco e dominio psicologico i fragili, gli illusi, asservendoli ad assurde privazioni o ad anguste concezioni che rendono la vita ed il piacere frustranti, inconcludenti, dannosi. Sono invece le realtà spirituali della vita da riscoprire, valorizzare, e adoperare rettamente per dare un senso adeguato a ciò che si crede ed a come si crede. Non ci si può attendere qualche vigorosa sferzata dello Spirito su una possibile via di Damasco né tantomeno subire lo sconvolgimento globale di una terribile pandemia con contagi, paura e morti in quantità, per aprire gli occhi e rendersi conto che nella vita non c’è solo materia, accumulo e consumo di denaro, frenesia di dominio, perversioni morali, corruzione ad ogni livello, superbia. Ci sono tante altre cose che si vedono, si leggono e si comprendono solo con gli occhi dello Spirito, con la luce della interiorità, con la purezza dell’animo, con la retta intenzione, diretti dalla forza imperativa dell’amore che vede ed orienta al bene. Spero tanto, e me lo auguro davvero con tutto il cuore che la precaria situazione dalla quale sembra che gradualmente stiamo uscendo, almeno abbia fatto aprire gli occhi per rendersi conto che non siamo solo materia da alimentare, corpi da vestire e soddisfare nei bisogni naturali o indotti. C’è bisogno di un cammino e di una alimentazione spirituale che avviene efficacemente con l’uso della Grazia e dei Sacramenti. C’è bisogno di un rivestimento sicuro che è quello dello Spirito, di un lavorìo che forgia l’animo, la mente, il cuore ed è affidato al cesello dello Spirito. C’è bisogno di una lingua di verità che si opponga alla babele ed alla confusione di lingue, comportamenti ed azioni. C’è bisogno di un dono che faccia piena chiarezza e verità dentro di noi, di un amore superlativo che contagia e guarisce. C’è bisogno davvero e con urgenza di aprire la vita allo Spirito Santo nella sua perenne effusione d’amore. P. Angelo Sardone.