Seminare e raccogliere

«Chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà» (2Cor 9,6). Facendo riferimento al testo dei Proverbi, S. Paolo inserisce nella sua lettera come un biglietto inviato sia agli abitanti di Corinto che a quelli dell’Acaia, a proposito della colletta a favore dei membri della Comunità di Gerusalemme, detti Santi. Il motivo fondamentale che lo spinge è il desiderio di unire le comunità di nuova costituzione, la maggior parte formate da pagani convertiti, con la Chiesa Madre di Gerusalemme. Oltre i beni spirituali occorre condividere anche quelli materiali. Il servizio a favore dei poveri è esaltato come un debito di gratitudine al Signore ed una prova manifestativa della maturità cristiana che prontamente offre senza spilorceria. Ed a riprova di questo concetto Paolo richiama alla mente che, anche nella pratica cristiana della carità, seminare scarsamente, cioè donare per forza o a malincuore e senza entusiasmo, significa poi raccogliere scarsamente; seminare con larghezza e generosità, cioè donare con liberalità, significa raccogliere con abbondanza. Ciò che viene dato deve essere deliberato con serenità nel proprio cuore e non essere succube della tristezza o della forza: “Dio, infatti, ama chi dona con gioia”. Soccorrere i poveri nel corpo e nello spirito, significa prestare a Dio. Seminare è un’arte che per analogia si applica non solo alle occupazioni lavorative nei campi, ma anche al servizio dell’evangelizzazione. Nessuno, però, dà ciò che non ha, e questo vale molto proprio nel ministero della predicazione e della testimonianza nel quale non si può improvvisare o pensare di vivere di rendita. Se si semina bene in ogni campo, si raccoglierà altrettanto bene in ogni cosa. P. Angelo Sardone